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Okoli tra lacrime, esami e Nazionale. Alla scoperta dell’ultimo baby chiamato da Mancini

La storia di Okoli, difensore della Cremonese chiamato in Nazionale da Mancini

In camicia, teso e pronto a fare il primo esame all’università. Caleb Okoli bisogna immaginarselo così, prima di sostenere la prova orale in Servizi commerciali e Marketing. Poi chiudi gli occhi e te lo ritrovi a Coverciano, convocato a sorpresa da Mancini in nazionale maggiore.

Applicazione, testa e voglia di stupire. Tanto in campo a guidare la difesa quanto sui libri. Questione di mentalità, nonostante la carta d’identità dica luglio 2001. Enfant prodige. Caleb le idee ce le ha chiare, l’Italia lo sta imparando a conoscere. 

 

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Chi è Okoli 

Okoli è il terzo giocatore della Cremonese, con Carnesecchi e Fagioli, a essere convocato da Mancini per i tre giorni di stage che inizieranno domani. Sorpresa.  Non per chi lo conosce bene e lo ha visto crescere. Dal suo ex allenatore ai tempi dell’Atalanta Brambilla a Fabio Pecchia che lo sta formando in Serie B e se lo gode.

Fisico, velocità ma anche una buona capacità di impostazione. Questo dicono di lui. Il ragazzo si farà, chi lo ha allenato o visto giocare ne è sicuro. Mancini lo ha notato e gli ha voluto regalare una chance con i grandi. Prove di futuro. 

 

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Una settimana da sogno per Caleb, dopo che la scorsa si era chiusa nel modo peggiore possibile. Autogol contro il Lecce allo scadere e lacrime, quelle che escono da sole e non riesci a trattenere. Proprio lo stesso Lecce a cui aveva segnato il suo primo e unico gol in Serie B. Anche li decisivo, solo che nella porta giusta. Pensiero però già archiviato, la testa è già altrove. Dal pianto del via del Mare al sorriso a 32 denti per la chiamata in azzurro. D’altronde la prima è sempre speciale e non si scorda mai. Dall’inferno al Paradiso, tra cabala e scherzi del destino. 

 

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La sua grande passione oltre al calcio è la musica. Gliela ha passata suo padre Paul, che si è trasferito in Italia con sua mamma Tina più di venti anni fa. Lui è nato a Vicenza ed è italiano a tutti gli effetti. Non è uno di tante parole Caleb, ha infatti sempre preferito far parlare il campo. Sedici presenze lo scorso anno con la Spal, tante quante ne ha già fatte in metà stagione con la Cremonese. In mezzo l’azzurro dell’Italia.

Dall’Under 18 alla nazionale maggiore, che lo aspetta a braccia aperte. Chissà, se con le sue inseparabili cuffiette, avrà avuto modo di ripassare l’inno di Mameli. Il Mancio lo aspetta, il futuro e il tempo sono dalla sua.