Occhi sul pallone e fiuto da attaccante: Bonucci va a… 104 km all’ora
Occhi solo sul pallone che gira. In attesa di cogliere l’attimo che verrà. E verrà. Sa già come colpirlo e dove metterlo. Guardare porta e portiere avversario a che serve, nulla. Sente il gol come un attaccante, l’ha dimostrato. Nella foto s’intravede un ‘9’. Ma di professione, Bonucci, fa il difensore, con una ’19’ sulle spalle. Però che esecuzione contro il Napoli, a tu per tu con Reina: forte, preciso, concentrato. Leonardo ci mette il cuore e la spara sotto la traversa a 104 chilometri all’ora. Imparabile.
E poi via, ginocchia che scivolano sotto la curva, esultanza per i suoi amori. In una mimica tutto il suo mondo: L&M. M di Martina, la moglie. Matteo, il figlio. L di Leonardo ma soprattutto Lorenzo, l’altro figlio. “Non vedevo l’ora di metterla dentro per fare questa dedica” ha detto a fine partita ai microfoni di Sky. “È per mia moglie, per il bimbo grande e piccolo. Il gol è tutto loro. In questo periodo così delicato siamo usciti con amore e carattere, quello che distingue la mia bellissima famiglia. E ringrazio anche i tifosi che mi hanno fatto sentire la loro solidarietà”.
Ma la partita di Bonucci contro il Napoli ha messo in luce il perché una grande come il City di Pep abbia tentato di prenderlo a suon di follie, in estate. Stop perfetti, aperture millimetriche, lanci di prima e chiusure decisamente impeccabili, vicino all’altro muro di nome Barzagli. Cinquanta o sessanta milioni? Bastava averlo, per Guardiola. Ma la Juventus ha detto no perché i top non si vendono. Quei giocatori lì che hanno fatto e possono ancora fare la storia del club, non si fanno partire neanche per cento. Come il Neuer del Bayern, il Messi del Barcellona, il Sergio Ramos del Real Madrid. Bandiere. Il Bonucci della Juventus. Che in bianconero ha raggiunto il suo apice. Forse non solo come difensore…