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#NuovoInizio, la prima volta del Var in Serie A: la tecnologia che rivoluziona il calcio

Ore 18.40: un momento storico per il calcio italiano. Azione offensiva del Cagliari, Alex Sandro atterra Cop in area e l’arbitro lascia correre. Calcio d’angolo, invece no. Si crea qualche secondo di attesa, lo aspettano, è nell’aria. Eccolo: il var. Allegri dice “è rigore”. Se lo sente. Allora sì, l’arbitro Maresca si avvicina all’uscita degli spogliatoi dove c’è lo schermo. Controlla, si avvicina verso l’area di Buffon e indica il dischetto. E’ rigore, il primo assegnato con l’aiuto della tecnologia. Farias va sul dischetto, calcia ma c’è Buffon. Parata. Risultato a parte, Juventus-Cagliari ha già scritto la storia: il primo rigore assegnato con il Var subito alla prima partita della prima giornata di campionato.

Ma quando si usa il Var? Solamente in quattro casi: 1) Reti viziate da irregolarità. 2) Calci di rigore (dati, negati ed esecuzione). 3) Scambio d’identità nei provvedimenti disciplinari. 4) Espulsioni dirette decise o omesse. Il Var è utilizzato soltanto in caso di errore chiaro dell’arbitro centrale. La domanda da porsi è: “la decisione dell’arbitro è chiaramente sbagliata?” La decisione finale spetta comunque all’arbitro e il Var è inteso come un modo per aiutare il direttore di gara, non ostacolarlo o influenzarlo. La filosofia Var è infatti “minima interferenza, massimo beneficio”. L’arbitro infatti dovrà comportarsi come prima, senza sentirsi in dovere di dover richiedere l’aiuto della tecnologia. Anche i giocatori dovranno stare attenti, è infatti vietato chiedere all’arbitro di guardare il monitor a bordo campo. Se un giocatore dovesse fare ciò, l’arbitro dovrà ammonirlo.

Cosa accade quando il Var entra in azione? Ci sono tre momenti da sottolineare. Quando l’arbitro viene contattato dal Var, il direttore di gara tocca l’auricolare con la mano facendo intendere che è in contatto con la cabina di regia. Dopodiché, se necessario, l’arbitro si reca a bordo campo dove da un monitor vede l’azione incriminata e prende una decisione. Una volta accaduto ciò, il direttore di gara torna in mezzo al campo e comunica la scelta ai giocatori. Poco prima di farlo, l’arbitro disegna con le mani un quadrato che simboleggia il Var. Quello è il segnale. Ci sono casi, come ieri in Bayern Monaco-Bayer Leverkusen, in cui l’arbitro non ha riguardato l’azione e si è fidato della tecnologia e del suo assistente Var. Ma, come detto, la decisione finale spetta sempre all’arbitro.

Cosa vediamo in televisione? Anche le tv hanno delle direttive specifiche dal Var. Per prima cosa, durante l’interruzione per dare il tempo della visione da parte dei var e arbitri delle immagini, non verranno fatti vedere replay dell’azione incriminata, ma soltanto ciò che accade in campo. Una volta presa la decisione dall’arbitro, verrà fatto vedere in tv soltanto il replay che ha visto l’arbitro, per avere il suo stesso punto di vista. Sarà poi descrizione dei registi far vedere altri replay quando il gioco sarà fermo come accadeva già prima. Questo processo avviene perché il Var è inteso come un momento della partita e non una pausa, oltre che a voler far avvicinare sempre di più il punto di vista dell’arbitro a quello dello spettatore.

Insomma una novità importante che cambia radicalmente il calcio per come siamo abituati. In Juventus-Cagliari, il Var è stato utilizzato subito. La rivoluzione è iniziata, perché questo è veramente un “Nuovo Inizio”.