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Novara, Di Mariano torna a Palermo e zio Totò Schillaci avverte i rosanero: “Occhio, Francesco ha più talento di me”

Sarà una partita dal sapore speciale quella tra Palermo e Novara per Francesco Di Mariano, palermitano di nascita ma città dalla quale è andato via quando aveva 13 anni. Adesso suo il Novara di Corini – grande ex della partita – sbarca in Sicilia per dare continuità alle ultime due vittorie consecutive. Al Barbera sabato ci sarà tutta la famiglia di Di Mariano a guardarlo, compreso suo zio: Totò Schillaci. In un’intervista rilasciata a il Corriere dello Sport, Schillaci ha raccontato il rapporto con suo nipote e le sue caratteristiche tecniche: “Quando era a Roma, gli diedi un consiglio: “Non basta chiamarsi Francesco e avere il 10 sulle spalle per essere Totti. L’anno scorso, Boscaglia lo utilizzava poco, non lo vedeva. Francesco si è demoralizzato ma ha resistito. Poi ho parlato con Corini, questo ragazzo creativo, dalla tecnica straordinaria gli piaceva. Eugenio lo impiega in diversa ruoli, Francesco risponde. Dopo il gol al Cittadella, gli ho spiegato che, per arrivare in altro, bisogna osare, cioè dribblare, tirare in porta, e lui ha una botta della quale il Palermo deve guardarsi, se è il caso sbagliare perché aiuta a migliorarsi. Con Corini ha trovato posto e fiducia, ora ci vuole convinzione. Non è più il bambino, che, nella mia scuola calcio, a 5 anni, era più bravo di quelli che ne avevano il doppio. Non l’ho mai allenato, non ho mai scambiato due calci con lui, a 13 anni, ha fatto le valigie, chiunque avrebbe capito che fiore stava nascendo. Ma il fatto che lo zio sia stato un grande campione non gli regala la gloria. Deve cominciare di valere. A cominciare da Palermo”