Il Forest è il giant-killer di FA Cup: Nottingham sogna nel ricordo dei magici ’70
Una vittoria da sogno per una squadra storica
A Nottingham sono abituati a fare la storia. Il Forest ha realizzato il vero giant-killing del terzo turno di FA Cup, eliminando l’Arsenal grazie a un gol dell’attaccante giamaicano Lewis Grabban al minuto 83’. Il City Ground ha rivissuto, per qualche istante, un tempo in cui i “Garibaldi Reds” – si chiamano così per il colore delle maglie – erano un Leicester ante-litteram, guidati da un allenatore che per modi e stile comunicativo anticipava Mourinho.
Quell’allenatore era ovviamente Brian Clough, che col suo fido vice Peter Taylor portò il Forest dalla Second Division alla vittoria della Premier, e poi a una incredibile doppietta in Coppa dei Campioni. Erano gli anni Settanta: nella finale del ’79 il Nottingham batté il Malmoe, in quella dell’80 l’Amburgo. All’antenata della Champions partecipavano solo le squadre campioni in carica del proprio campionato, oltre che della Coppa stessa, ma questo non rese più semplice il percorso del Nottingham, che per vincere il trofeo dovette battere, fra le altre, il Liverpool e l’Ajax.
I magici ’70
Clough era famoso per le sue brillanti uscite pubbliche, da attore consumato. Del tipo: “Non penso di essere il miglior allenatore al mondo. Ma sicuramente sono nella top-one”. O ancora, in riferimento al suo gioco palla a terra, molto diverso dalle abitudini inglesi dell’epoca: “Non penso che Dio voglia che giochiamo a calcio per aria. Altrimenti l’erba l’avrebbe messa lì, in cielo”. Su Clough è stato girato anche un film molto popolare, “Il maledetto United”, con Michael Sheen nel ruolo dell’allenatore che dopo la morte (nel 2004) è stato ritratto anche da una statua, in quel di Nottingham. Il film parla dell’esperienza di Clough al Leeds United, durata appena 44 giorni: lasciato il Leeds, Clough si presentò dai dirigenti del Nottingham con una richiesta: “Prendetemi, non ve ne pentirete“. Profezia che si avverò, eccome.
Dai kuwaitiani a Marinakis
A ereditare una panchina che, nonostante la crisi economica e di risultati che il club ha vissuto nel nuovo millennio, resta una delle più prestigiose d’Inghilterra, è oggi Steve Cooper. L’allenatore gallese ha deciso di lasciare lo Swansea dopo la sconfitta nella finale playoff di Championship contro il Brentford, e oggi è alla guida di un Forest nono nella seconda serie inglese (dopo aver rischiato più di una volta, negli scorsi anni, la retrocessione). I Reds sono l’ultima squadra ad aver vinto la Premier da neopromossa (nel ’77-’78), e anche l’unica, fra quelle che hanno vinto la Coppa dei Campioni/Champions League, a essere sprofondata, negli anni successivi al trionfo, fino alla terza serie della propria Lega. Hanno rischiato il fallimento, solo nell’attuale millennio sono passati attraverso tre proprietà, tra cui quella kuwaitiana degli Al-Hasawi. Oggi il proprietario è Evangelos Marinakis, vulcanico plenipotenziario dell’Olympiacos, di recente al centro di diverse indagini giudiziarie a suo carico.
Ieri è andata in scena un’altra partita che i tifosi dei Forest non dimenticheranno facilmente. Niente di paragonabile con la vittoria di una Coppa Campioni. Ma in quella FA Cup che il Nottingham ha già vinto in due occasioni – l’ultima volta nel ’58-’59 – hanno riscoperto il sapore delle notti vincenti. L’Arsenal di Arteta (assente per Covid) ha indossato una maglia speciale, per sensibilizzare verso i crimini contro i minori. Una maglia tutta bianca: forse per un attimo, chiudendo gli occhi, al City Ground di Nottingham hanno sognato il Real Madrid, e il tempo si è fermato.