Non solo notti brave: Kruse è tornato e ora il Werder sogna l’Europa
13 gol in 19 partite e carta d’identità strappata: Max Kruse, con il Werder Brema, ha ricominciato da zero. Ed è tornato quello di due stagioni fa: a Mönchengladbach, con la maglia del Borussia, si era guadagnato a suon di prestazioni la maglia della nazionale tedesca. Salvo poi stracciarla, a causa di tanti problemi extra-calcistici, prima dell’Europeo francese. Nel periodo di Wolfsburg – club che aveva messo sul piatto ben 12 milioni per averlo – Kruse ha perso lentamente sé stesso: numeri a parte (6 gol in 32 di Bundesliga, nel 2015/16), le cronache delle sue bravate notturne hanno avuto eco in tutta Germania, tanto da portare Joachim Löw e la Federazione ad allontanarlo dal ritiro della Mannschaft. Una spirale di situazioni negative che avevano trasformato Kruse in “Krise“: il suo destino sembrava segnato.
Grazie al Werder, però, qualcosa è cambiato. In estate la decisione di trasferirsi a Brema (per 7 milioni), dopo appena un anno a Wolfsburg. Troppe parole sul suo conto e pochi fatti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? La notizia choc della perdita di 75 mila euro in un taxi dopo una notte di bagordi e poker a Berlino. Addio nazionale, addio sogni europei. “Avevo bisogno di un ambiente che mi capisse, in cui potessi avere una sensazione di protezione“, ha detto sabato dopo la tripletta in cinque minuti rifilata all’Ingolstadt. E allora ecco il cambio di maglia, che, forse, potrebbe già avergli cambiato la vita: “Da solo (a un uscire da quel momento, ndr) non ce l’avrei mai potuta fare. Non sarei io, qui, senza l’aiuto di tutta la squadra“.
Nonostante l’infortunio al ginocchio che lo ha tenuto fuori per i primi due mesi di Bundesliga, ora Kruse è tornato decisivo: ha preso parte a 15 degli ultimi 29 gol del Werder Brema e adesso l’Europa – dopo stagioni di crisi e zona retrocessione -, distante appena due punti, sembra un sogno più che lecito. E chissà che per il nuovo Max non possano riaprirsi anche le porte della nazionale tedesca, visto il rendimento da top player: “Dovete chiedere a Löw, non a me“, ha aggiunto sabato. Una seconda possibilità non si nega a nessuno: chiedetelo a Kruse, specialista in grandi ritorni.