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Noah Frick, la dinastia di Mario continua

Non è mai facile essere "figli di", costruire una carriera inseguiti da paragoni pesanti e, talvolta, ingiustificati. Non è facile dimostrare il proprio valore scappando da chi pensa che i risultati ottenuti siano dovuti a raccomandazioni o solo al cognome che è scritto sulla maglia. Qualcuno ci sta provando, nel piccolo stato del Liechtenstein: Noah Frick sta tentando di riscrivere una leggenda, quella del padre Mario, passata anche dalle nostre parti.


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Se andate a Terni alcuni si ricorderanno di due bimbi, soliti giocare nel cortile di casa Zaniolo, con Nicolò, figlio di Igor. Quei due bimbi sono Yanick e Noah Frick, i figli di Mario, la leggenda del Liechtenstein. Il più grande dei due, Yanick, è cresciuto all'ombra del padre, seguendolo nelle suo avventure in giro per lo Stivale. La passione per il calcio ereditata e trasportata nelle sue avventure tra Pro Piacenza e Livorno. Per lui l'Italia è una seconda casa, ce l'ha tatuata addosso, sul polpaccio accanto ad una maglia col numero 10 e il nome "papà".


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Non c'è voluto molto prima che anche per Yanick arrivasse la chiamata della nazionale, perché in fondo in Liechtenstein la parola calcio non può esistere senza il nome Frick. E ieri, mentre l'Italia staccava il biglietto per Euro2020, proprio Yanick continuava a fare quello che il padre ha sempre fatto: segnare, 1 gol nel pareggio dei "Nati" contro l'Armenia.


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Il più piccolo dei due fratelli, Noah, non è certo da meno. Classe 2001, il calcio lo ha nel DNA, ma soprattutto nel nome: Noah Zinedine Frick. Chiamato così in onore del tennista francese Yannick Noah, vincitore del Roland Garros nel 1983, e per omaggiare Zinedine Zidane, il fenomeno francese adorato da Mario. Lui è cresciuto in Svizzera, calcisticamente, nel San Gallo mentre il padre e il fratello provavano a conquistare il cuore degli italiani.

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Ma con dei nomi così pesanti, il ragazzo non poteva che essere destinato a scrivere un'altra pagina di storia del calcio del principato. E così è stato quando, dopo 59 sconfitte consecutive, Noah ha segnato il gol decisivo nella sfida contro la formazione Under 21 dell'Azerbaijan, per siglare la prima storica vittoria del Liechtenstein U21, nel giugno scorso.


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La dinastia dei Frick continua.

Sotto l'occhio vigile di suo padre che lo allena al Vaduz in Challenge League, massima serie del principato, Noah si è guadagnato l'attenzione della nazionale maggiore, giocando 6 minuti contro la Grecia e diventando così il terzo giocatore appartenente alla famiglia Frick a giocare in nazionale, raggiungendo il fratello maggiore in squadra.

Noah fa parte dei convocati del Liechtenstein anche per la sfida agli azzurri di Roberto Mancini. Chissà se Noah avrà la possibilità di giocare un sorta di derby personale, magari a fianco al fratello, contro il paese che ha reso suo padre grande. Di sicuro avrà il tempo di crescere, appena 18enne, e continuare a scrivere il romanzo della famiglia Frick. E magari chissà, un giorno il nome Frick non sarà collegato solo a Mario.

A cura di Nicola Bongiorni