Talento, mentalità e “killer instinct”: la notte di Christopher Nkunku
Il City vince, ma a rubare la scena è Christopher Nkunku: dagli inizi al PSG all’idolo Zidane, scopriamo meglio il talento del Lipsia
A Manchester, la stella più luminosa veste la maglia degli sconfitti: nonostante il 6-3, quella di ieri è stata anche la notte di Christopher Nkunku.
Non è bastata la sua tripletta per portare a casa punti, ma la sua prestazione resterà negli annali: con i gol al 42º, 51º e 73º, è il primo giocatore di sempre a segnare una tripletta in Champions con la maglia del Lipsia, e si unisce al club dei calciatori in grado di segnare 3 gol al Manchester City in questa competizione. Gli altri membri? Solo uno: Lionel Messi.
DA LAGNY-SUR-MARNE AL PSG
Classe ’97, Nkunku condivide la città natale con Paul Pogba: entrambi sono nati a Lagny-sur-Marne, sobborgo non distante da Parigi. A differenza dell’ex juventino, però, Christopher a 13 anni si unisce proprio al Paris Saint-Germain, a contatto fin da giovanissimo con i più grandi talenti del club parigino.
Da Mbappé a Neymar, sono tanti i giocatori con cui ha avuto l’onore di condividere lo spogliatoio. Uno più degli altri, però, è stato il suo modello sul campo, e noi lo conosciamo bene: Marco Verratti. “Il suo stile di gioco è un’ispirazione. Non ha un fisico imponente, ma sa esattamente come usare il proprio corpo sul campo”: un tratto fondamentale anche per lui, centrocampista offensivo di 175 centimetri.
Ma non è il solo: “Se penso a chi mi ha aiutato di più penso a Blaise Matuidi: mi ha dato una grande mano sul campo con tanti consigli. Ha grande forza mentale“. Un vero e proprio mentore per il talento classe ’97.
Il passaggio in Germania avviene nel 2019 per cercare più spazio: al Lipsia trova Julian Nagelsmann, fondamentale nello sviluppo del suo talento. Il primo anno chiude con 5 gol e 16 assist in stagione: niente male, ma ancora non abbastanza per lui. “Mi è stato detto che devo lavorare sul mio killer instinct: è un mio obiettivo migliorare questo aspetto, perché i giocatori offensivi devono essere decisivi”.
Detto, fatto: nei suoi primi 81 minuti della stagione europea, sono 3 i gol messi a segno con cui ha cercato di dare il via alla rimonta Lipsia. Non è bastato, ma è una notte che non dimenticherà facilmente.
DA ZIDANE A LEWANDOWSKI
Tante le fonti di ispirazione di Nkunku, su tutte Zinedine Zidane (“ovviamente lui, è il principale insieme a Cristiano Ronaldo”), ma non vuole concentrarsi su un solo modello. Fondamentale attingere il più possibile anche dai suoi avversari: tra questi c’è anche Robert Lewandowski, forse l’esempio numero uno al mondo in fatto di killer instinct. “La sua abilità di finalizzazione, la sua capacità di uccidere le partite e cercare continuamente il gol anche appena dopo averlo segnato. Questo lo rende speciale“.
Una mentalità che Cristopher cerca di mettere ogni giorno sul campo, una mentalità ereditata dai tempi del PSG: dare sempre il massimo per l’obiettivo finale, la vittoria. “Chiedo sempre tanto a me stesso. Fin da piccolo mio padre e mio fratello mi assegnavano delle sfide da completare in partita”: e anche se ieri la vittoria non è arrivata, in famiglia saranno fieri di lui. Sfida completata.