Nizza-OM, dall’invasione al triplice fischio per assenza di avversari: la ricostruzione
Dalla sospensione per invasione di campo e rissa al fischio finale dell’arbitro per assenza della squadra ospite: la ricostruzione degli eventi di Nizza-Marsiglia
Nizza-Olympique Marsiglia doveva essere un bello spot per il calcio francese tra due squadre in salute e in crescita. Invece è stata la più brutta pubblicità che potesse esserci. Eppure le cose stavano andando bene: la partita fino al 75’ è stata bella, ricca di occasioni, azioni, idee e giocate di classe da una parte e dall’altra. Poi la luce si è spenta.
La ricostruzione degli eventi
Manca un quarto d’ora alla fine del match. Il risultato è sull’1-0 per il Nizza (gol di Dolberg al 49’) e Dimitri Payet si sta apprestando a battere un calcio d’angolo. Mentre il 10 dell’OM si avvicina alla bandierina, dalla Curva Sud degli ultras del Nizza piovono oggetti in campo. Una bottiglietta d’acqua colpisce alla schiena proprio Payet: il giocatore prima cade a terra, poi d’istinto si gira e reagisce, rilanciando la bottiglietta verso la tribuna dei tifosi del Nizza. Che si scatenano e scendono in campo. Scoppia il disordine: dopo l’invasione, anche le due squadre perdono le staffe e qualche giocatore per poco non viene alle mani.
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Dopo cinque minuti di caos, la situazione si ‘tranquillizza’: gli steward invitano i tifosi del Nizza a rientrare sugli spalti e l’arbitro manda le squadre negli spogliatoi. Non si può continuare: partita sospesa. Sampaoli è incontenibile ed è impazzito dalla rabbia per l’atteggiamento della panchina del Nizza e di qualche membro della sicurezza. Volano spintoni e qualche parola di troppo, poi le squadre si dividono negli spogliatoi.
Da quel momento non succede più niente per un’ora. I tifosi rimangono sugli spalti, il campo è vuoto e si profila l’ipotesi del 0-3 a tavolino contro il Nizza. Poi arrivano voci contrarie, confermate col passare dei minuti: “Il prefetto ha deciso. Si può rigiocare”. Il Nizza torna in campo a scaldarsi. Dell’OM non c’è traccia. Dalle telecamere interne dello stadio, a un certo punto appare Sampaoli con uno zaino in spalla, che sembra pronto ad andarsene mentre gli avversari continuano il riscaldamento in attesa di riprendere la partita, sostenuti dai tifosi che nel frattempo aspettano che la gara ricominci e che il Nizza possa difendere la vittoria.
Poi arriva anche la terna arbitrale capeggiata da Benoit Bastien. Che entra in campo, sistema il pallone sul calcio d’angolo (quello che avrebbe dovuto battere Payet) ma l’OM è ancora negli spogliatoi e ha deciso di non ripresentarsi. Per Bastien allora non ci sono alternative: alle 23:52 (quasi un’ora e mezzo dopo l’invasione di campo) decreta la fine della partita per assenza della squadra ospite. Il Nizza vince 1-0. Ora si attendono novità sulle decisioni che prenderanno le istanze del calcio francese dopo le dovute analisi sull’intero accaduto.
Le reazioni dei due presidenti
Questa la posizione del presidente dell’OM Pablo Longoria al termine dell’incontro: “Abbiamo deciso di non tornare in campo per preservare l’incolumità dei nostri giocatori. Ci era capitata la stessa cosa a Montpellier due settimane fa. Quello che è successo oggi però è inaccettabile. L’abritro Bastien aveva detto a me e a Sampaoli che la sicurezza non era garantita. Poi la lega calcio francese ha deciso di riprendere l’incontro per motivi di ordine pubblico: non possiamo accettarlo”.
Questa invece la posizione del presidente del Nizza, Jean-Pierre Rivère: “Tutto è stato scatenato dalla reazione dei giocatori del Marsiglia che hanno rilanciato le bottigliette in campo. Da lì è nato il caos”. Poi, le accuse all’OM: “Credo che i loro agenti di sicurezza abbiano fatto male a intervenire in campo, soprattutto colpendo due nostri giocatori. Tutti eravamo d’accordo per riprendere la partita, tranne loro. Non capisco perché”.
Una sola squadra in campo e l’altra che si rifiuta di ripresentarsi per la ripresa della partita, l’arbitro che fischia la fine per “assenza degli avversari” e la mente torna a quella sera di marzo del 1991, quando il Milan di Galliani decise di uscire dal campo dopo che qualche minuto prima si era spento un riflettore dello stadio proprio dell’Olympique Marsiglia, in occasione dei quarti di finale di Champions League. Anche quella volta la partita era tra una squadra azzurra e una rossonera e anche quella sera una sola squadra si era ripresentata in campo (l’OM) per riprendere la partita. L’altra no, per decisione presa dalla società (il Milan).
Rispetto a quell’evento i motivi sono ben differenti, i ‘ruoli’ sono invertiti (stavolta è l’OM che non si è ripresentato) ma un fattore lega i due episodi (oltre al colore delle due maglie): anche domenica sera una sola squadra si è ripresentata in campo dopo che una luce momentaneamente si era spenta. Nel ‘91 fu quella di un riflettore del Vélodrome. A Nizza è stata quella di qualche tifoso della squadra di casa.