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Dal 7% alla salvezza, trascinatore Nicola: ora lo attende il Vaticano

Il miracolo di Nicola: un Re con in mano una scarpa che ha trascinato il gruppo al trionfo

Quanto dista Salerno dal Vaticano? Sono oltre 270 km che Davide Nicola è pronto a percorrere a piedi per andare a stringere la mano al Papa. È un allenatore che mantiene le promesse e che soprattutto fa sognare le piazze. Ora però è tutto vero, la Salernitana è salva ed è arrivato il momento di festeggiare. È partito tutto da quel famoso 7% e delle poche speranze che avevano i granata di rimanere in Serie A. La perseveranza, la voglia del nuovo presidente Iervolino e del direttore sportivo Sabatini, le capacità di far rinascere il gruppo di Nicola hanno alzato quella percentuale giornata dopo giornata, fino all’ultima partita contro l’Udinese, quella che rimarrà per sempre nei ricordi della gente, nonostante il risultato finale.

 

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L’esordio con il Milan e il calore della gente

Un’impresa complicata, con un esordio complicato. L’allenatore della Salernitana ha calpestato per la prima volta l’Arechi contro il Milan. Una partita di alto livello, nel vivo del campionato, quando i rossoneri erano in piena lotta scudetto. Qualche segnale si è subito visto: la capacità di saper rimontare dopo il vantaggio di Messias, la rovesciata di Bonazzoli, i cori dei tifosi dal primo all’ultimo minuto. La gara è terminata con un pareggio, un punto che al termine dei giochi servirà come il pane, perché quando si vuole raggiungere un obiettivo anche il minimo indispensabile può fare la differenza.

 

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Nicola ha saputo conquistarsi la fiducia dei tifosi, che lo hanno sostenuto e lo hanno fatto sentire come il numero uno, come l’unico capace di poter raggiungere la salvezza. Certo, gli acquisti del mercato di gennaio hanno dato un grande aiuto all’allenatore, ma ha saputo tirare fuori il meglio e compattare un ambiente che ormai aveva pochi stimoli. 

Un sogno in una scarpa

Tutti ricorderanno la famosa scena in cui Nicola si è ritrovato con la sua scarpa in mano per incitare la squadra. Era la partita contro la Fiorentina, una delle migliori della stagione dei granata. L’allenatore con il suo scettro in mano per guidare i suoi ragazzi verso un nuovo scalino. Sì perché non ha mai messo pressione al gruppo, ha pensato partita dopo partita, mettendosi nelle condizioni di giocarsi tutto negli ultimi novanti minuti.

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Li ha vissuti come sempre da trascinatore, prima di essere portato in trionfo. Il sogno è diventato realtà, ma ora Nicola quella scarpa deve rimettersela, perché la strada per arrivare al Vaticano è lunga.