Questo sito contribuisce all'audience di

Nicola: “Futuro? In questo momento sono del Crotone, ma può accadere di tutto”

Davide Nicola, il personaggio del momento. L’impresa di Crotone e il successivo “fioretto” stanno puntando i riflettori sull’allenatore piemontese, che oltre a godersi l’impresa adesso sfoglia la margherita. Il futuro potrebbe essere ancora in Calabria, ma tante squadre lo corteggiano.Non so dove allenerò” – si legge nelle pagine del Corriere dello Sport “Nel senso che il mio contratto ha un rinnovo automatico, perciò in questo momento sono del Crotone. Ma nella vita può accadere di tutto”.

Miracolo salvezza? Niente succede per caso: “C’è stata una vera e propria esplosione di emozioni, figlia di molte cose. In primo luogo di tutto il lavoro che è stato costruito prima, con fatica e con amore. L’ultima giornata poteva e doveva avere i connotati di un incastro particolare: non bastava solo il nostro risultato, dovevamo aspettare anche la partita di Palermo. Ma nulla è successo per caso. Per tutto l’anno ho sempre cercato di dire ai ragazzi che ogni squadra, ogni giocatore, ogni allenatore ha il proprio percorso, che bisogna costantemente dedicarsi alla propria formazione, al proprio miglioramento, pensando che le cose possono accadere. Perché ce lo spiega la fisica quantistica: siamo noi i creatori della nostra realtà. Sono i nostri pensieri a farci andare veramente lontano”.

Un giocatore da allenare? “Dal punto di vista del carattere e per la curiosità per il suo stile di vita e il suo approccio al calcio mi ha sempre colpito Ibrahimovic. Mi sarebbe sempre piaciuto confrontarmi con una personalità così particolare”. Il momento più bello della stagione: “L’ultima settimana di campionato. E la riunione tecnica prima della partita: ai ragazzi ho parlato con un tono di voce molto profondo e lento, ho detto quello che pensavo dell’annata vissuta insieme e ho fatto una domanda precisa. Ma il momento più bello sono stati gli sguardi, alla fine dell’ultima partita, di tutti quelli che hanno partecipato a questa avventura, la loro incredulità. Sembravano dirmi: cavolo, ci hai sempre creduto, sei riuscito a dimostrare che l’impossibile era possibile”.