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Crotone, i ricordi di Nicola: “Non ci consideravano all’altezza, è stata la nostra motivazione”. E su Allegri: “E’ l’allenatore perfetto”

Dopo la storica salvezza ottenuta con il Crotone nella scorsa stagione, Davide Nicola, ex allenatore dei calabresi, ha raccontato a Ultimo Uomo il suo periodo con la squadra attualmente agli ordini di Walter Zenga:L’opinione pubblica calcistica non ci considerava all’altezza della categoria. Per noi è stata una deresponsabilizzazione, che ci ha permesso di mettere le basi per un percorso di crescita tranquillo. Avevamo dei valori, che non erano quelli della Juventus o della Roma, ma erano altrettanto reali, concreti. Li ricordavo ai miei giocatori, mostrando loro le cose buone fatte in partita. E ho utilizzato la stampa negativa come leva motivazionale”.

Poi sul Var: “I momenti dipendono dagli episodi, funzionano da catalizzatore per le emozioni, che siano positive o negative. Non parlo per forza di un gol, un episodio del genere può essere anche una parata decisiva o una serie di corner. Adesso un elemento nuovo è costituito dal VAR: la pausa per la review arbitrale impone una sospensione delle emozioni, che i giocatori non hanno ancora del tutto imparato a gestire “.

Su Allegri e Sarri: “Per me Allegri può giocare in ogni modo e può allenare qualunque giocatore. Ha una maturità perfetta nella gestione della rosa, ha una lettura incredibile a partita in corso. Allegri in questo momento è al top. Quest’anno la Juve ha dominato tutti gli avversari tranne uno, il Napoli, ma per una sua scelta strategica. Ma anche Sarri si sta dimostrando un allenatore molto intelligente: in determinati ambienti, i giocatori più influenti si aspettano che tu li metta nelle migliori condizioni per far bene”.

Infine sulla differenza tra Serie A e B: “Tra le due categorie non c’è una grande differenza come espressione di gioco. Negli ultimi anni ci sono stati tanti esempi di promozioni consecutive. Il salto verso la Serie A è più grande: statisticamente delle 3 squadre che salgono dalla B almeno 2 retrocedono l’anno successivo. C’è una grande differenza di qualità, e la qualità non è soltanto fisica, tecnica o tattica. È anche psicologica”.

L’intervista integrale su “Ultimo Uomo”