Nesta sicuro: “Milan-Juventus? Stasera vincono i rossoneri”
Milan-Juventus, ci siamo. Il “big match” di San Siro, dopo tanti anni, torna tale e c’è chi dall’altra parte del globo farà di tutto per non perderselo. Ad esempio Alessandro Nesta, che non ha dimenticato i 10 anni di trionfi in rossonero:
“Vince il Milan” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “La Juventus in Champions ha speso tanto: energie fisiche e nervose. È stato un match duro in cui ha rischiato pure di perdere e potrebbe pagare lo sforzo. E poi i rossoneri sono motivati e in un buon momento. Montella? Mi piace. Ho visto quasi tutte le partite. Fa partecipare all’azione il portiere, tutti che palleggiano. È bravo, il personaggio di cui c’era bisogno per risollevare un ambiente depresso. Non è un ex, è uno nuovo e forse serviva proprio questo. In un derby del 2002 fece quattrogol, a me tre perché all’intervallo mi avevano già sostituito. Fu una giornata da schifo: non so che cosa avevo quella domenica”.
Grande protagonista della gara potrebbe essere il “pipita” Higuain: “È un centravanti formidabile, ancora più forte nel sistema Juve. Gli devi stare attaccato, se ti prende mezzo centimetro, tira e inquadra sempre la porta. In Italia è il più bravo, all’estero no: gli preferisco Suarez“. Obiettivo del Milan? Non può essere lo scudetto: “La Juve è di un’altra categoria. Magari perde con il Milan, ma vincerà il campionato. In Champions è un altro discorso. È più vicina alla vetta, ma non è al livello di Real e Barcellona. Vietato sognare? Il Leicester ce l’ha fatta e ha trionfato in Premier, mica in Turchia o in Romania. Però la Juve è troppo forte. Chi toglierei alle due squadre? Dalla Juve mi prendo Chiellini: è da soccer, tosto, duro. Dal Milan, Romagnoli e Niang“.
Per Nesta Milan-Juventus è soprattutto la finale di Champions del 2003, il ricordo più bello di questa sfida: “Vincemmo ai rigori nello stadio dei sogni e io che i penalty non li avevo mai calciati, tirai il quarto. Ma quella sera sentivo che dovevo farlo: sono sensazioni che non si possono raccontare. Non ero nella lista dei cinque, ma ricordo che alzai la mano e dissi che uno lo avrei battuto io: gol, angolato alla sinistra di Buffon“. Come si affrontano i “big match”? “È una sfida che ti dà una carica speciale: tanta energia positiva. Il fracasso assordante di 80 mila persone, la musica dei Guns N’ Roses. Vengono i brividi. Invece ho sempre sofferto il derby di Roma: se lo perdi per una settimana devi barricarti in casa”.