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Nel magico mondo di…Riccardo Orsolini: la chiamata dell’idolo Zanetti e i gol per il suo Ascoli

Numero quattro (non di maglia). Tante sono le sue reti in campionato finora. L’ultima oggi, splendida contro il Latina. La prima, invece, sotto la Curva Sud. Spensierato e impavido, l’insostenibile leggerezza della beata gioventù (classe ’97). Quattro, ma forse questo è l’elemento meno significativo, come i minuti passati nel secondo tempo prima della sua magia. Prende palla, si accentra e punta l’uomo. Si ferma, (numero con suola e punta) e calcia. Tiro imprendibile così come la sua voglia di continuare a stupire e di far innamorare i tifosi della sua città. “Perché non c’è cosa più bella che giocare per il mio Ascoli”. Ma non è mica finita, c’è tempo pure per un assist perfetto a Gatto.

Quattro, come il numero del suo idolo: Javier Zanetti. E ognuno di noi ha il suo modello, il suo ‘supereroe’. Superman, Batman, Peter Pan o…Javier Zanetti, appunto. Un esempio l’ex capitano nerazzurro per Riccardo Orsolini e quella frase della sua autobiografia “ho fatto del lavoro la mia forza” che per lui è qualcosa in più di un semplice motto. E’ un’ideale, una weltanschauung: calcistica e non solo. L’esterno dell’Ascoli, grande tifoso interista, è cresciuto con il mito del numero quattro. Ne ha parlato, estasiato e ammirato ai nostri microfoni: “Proprio ora sto leggendo la sua autobiografia e un po’ mi rivedo in lui soprattutto quando dice che ha fatto del suo lavoro la sua forza”.

Parole importanti, forti, cariche di emozione e di stima. Perché quando parli del tuo idolo hai sempre gli occhi un po’ lucidi e la voce abbastanza tenue, senz’altro ammirata. E per Orsolini è arrivata poi anche la sorpresa bella e inaspettata. Zanetti, il giorno dopo l’intervista, lo ha chiamato per ringraziarlo delle belle parole, gli ha detto di continuare così. Stentava a crederci il classe ’97: il sogno di diciannove, quasi vent’anni, realizzato così…in pochi secondi. Abbastanza per chiedergli la maglia dell’Inter autografata da quello che per tutti i tifosi nerazzurri è e sarà sempre il capitano: “Mi ha chiamato dalla Cina Zanetti, non credevo alle mie orecchie – ha detto Orsolini al sito del club – per poco non sono svenuto. Mi ha ringraziato per quello che avevo detto nell’intervista e mi ha promesso che mi invierà la sua maglia autografata. Sono rimasto senza parole, avrà pensato che sono muto, sono solo riuscito a dirgli che è il mio idolo e poi avrò detto circa diecimila volte ‘grazie’. Non è un caso se uno come lui è arrivato a livelli incredibili perché anche oggi con questa telefonata, dalla quale ancora non mi riprendo, ha dimostrato di essere un grande”.

Dal sogno alla realtà, perché ora per Orsolini il mondo Inter e la vicinanza di Zanetti non sono più soltanto una bella favola da procrastinare a chissà, magari il prima possibile. Orsolini sta facendo molto bene all’Ascoli, segna e incanta. C’è l’interesse di diverse società di Serie A…nerazzurri compresi. Orsolini apprezza, ma rimane con i piedi ben piantati a terra. I sogni, però, rimangono una parte tanto bella quanto ineliminabile di noi stessi… “Nel momento stesso in cui dubitate di poter volare, cessate anche di essere in grado di farlo”. E lui, invece, non vuole proprio smettere di volare (e segnare).