“Studiare Spalletti” non è bastato: si chiude qui il Mazzarri-bis al Napoli
Dal secondo capitolo di Walter Mazzarri a Napoli non salta fuori “la qualità della squadra di Spalletti” tanto richiesta da De Laurentiis
È terminato prima del previsto il secondo mandato di Walter Mazzarri sulla panchina del Napoli… e non è stato certamente all’altezza del primo. Durante il suo breve incarico, l’allenatore toscano non è riuscito a portare i risultati sperati dopo l’esonero di Rudi Garcia. Adesso toccherà a Ciccio Calzona provarci. Certo la fase che il club vive oggi è molto diversa da quella di 15 anni fa. All’epoca il Napoli era tornato da poco in Serie A e il suo presidente Aurelio De Laurentiis, non convinto dal gioco di Roberto Donadoni ingaggiato già al termine della stagione precedente per sostituire Edy Reja, scelse Walter Mazzarri per aprire un nuovo ciclo.
Lui che lasciò la sua Toscana per avere la sua prima chance in Serie A da allenatore alla guida della Reggina, guidandola alla salvezza per tre anni di fila e compiendo un vero e proprio miracolo nel 2006/07, quando gli amaranto partirono con 11 punti di penalizzazione (senza avrebbero ottenuto la qualificazione per l’Europa). Lui che accettò la proposta della Sampdoria e la condusse fino alla qualificazione in Coppa UEFA al primo anno e alla finale di Coppa Italia al secondo, perdendo solo ai rigori con la Lazio.
Napoli e Napoli-bis: due epoche diverse, due finali differenti
Al tempo, Walter Mazzarri confermò quanto di buono visto nei suoi primi anni in massima serie, affermandosi come uno dei migliori allenatori italiani emergenti. È grazie a lui che il Napoli tornò a giocare in Europa e, soprattutto, in Champions League. Alla guida di una formazione che terminava con i nomi di Hamšík, Lavezzi e Cavani, portò una piazza difficile da gestire come Napoli a sognare le vette che il club ha raggiunto solo in tempi recenti.
Dopo aver guidato gli azzurri per oltre tre anni e mezzo, nell’estate del 2013 Walter Mazzarri lasciò poi la panchina a Rafa Benítez. Il resto, come si suol dire, è storia. Le pagine più belle le hanno sicuramente scritte altri due toscani come Maurizio Sarri e soprattutto Luciano Spalletti. Una storia affidata nuovamente a lui quando De Laurentiis si è pentito di aver scelto Rudi Garcia, parole sue. Mazzarri ha accettato un incarico da traghettatore, fino al termine della stagione, in attesa di delineare un nuovo futuro migliore di quello architettato e mai concretizzato. Ma tra crisi di risultati, confusione generale e un mercato ancora da valutare, l’allenatore toscano ha fatto anche peggio del suo predecessore. 8 vittorie in 16 partite per il francese, mentre il ritorno di Mazzarri ha fruttato solo altri 6 successi in 17 match.
Un altro ritorno al futuro…
Ora il Napoli apre un nuovo capitolo, con un nuovo allenatore. Mai dal 1997/98 gli azzurri sono stati guidati da tre persone diverse, in quella stagione furono in quattro a sedersi in panchina: Bortolo Mutti; Carlo Mazzone; Giovanni Galeone; Vincenzo Montefusco. Quest’anno, dopo Garcia e Mazzarri, toccherà a Calzona far fronte ai problemi del Napoli. Il caso ha voluto proprio un fedele collaboratore di quei Sarri e Spalletti che tanto hanno fatto bene in azzurro per sostituire Mazzarri. Ma no, probabilmente non è solo un caso.
Nell’annata più difficile del suo Napoli da quando il club è tornato in Serie A, De Laurentiis ha giocato con la freccia del tempo: dal futuro identificato in Rudi Garcia al ritorno romantico di Mazzarri, che non è stato “quel” Mazzarri. E adesso Calzona, con l’auspicio di regalarsi un finale di stagione migliore, all’insegna di quello che era il nostalgico, reale obiettivo di Aurelio: non lasciare il gioco scudettato di Spalletti pur lasciando andare Spalletti.