Dimaro, fiamma di Napoli: il ‘caos’ per sentirti a casa
Quinta puntata del nostro speciale-ritiri, tocca agli azzurri. Tifosi da tutta Europa per alimentare una passione unica
Colpiscono le voci, i ragazzini, il rumore, quel ‘caos’ che traduci in calore, passione ed entusiasmo. A Dimaro non c’è un attimo di pace, ma in mezzo ‘al casino’ ti senti a casa, sei a tuo agio, e non importa da dove vieni. Bambini ovunque, famiglie da tutto il mondo, perfino dalla Danimarca o dalla Spagna. Napoletani d’Europa.
Quelli che aspettano per un autografo vicino alle transenne dove ogni giorno si ferma qualcuno, sotto il sole. Ghoulam e Gaetano, Insigne e Milik, dal più famoso al Primavera, l’entusiasmo è sempre uguale. Nel frattempo, nel ‘piazzale’ tra lo stadio e la via per arrivare al campo, si percepisce la ‘Dimaro napoletana’.
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PASSIONE
C’è chi gioca a calcio, chi si fa una partita a biliardino, chi compra una maglia allo store. Il tutto mentre i giocatori si allenano con spalti sempre pieni. Dimaro è questa. E nonostante i 900 km tra Napoli e il Trentino il paese è sempre pieno, tinto a festa per il nono ritiro consecutivo degli azzurri. Venti giorni in Val Di Sole (dal 6 al 26 luglio).
Dimaro ne ha viste tante ed è sempre lì, anche dopo aver subito un ko con un gancio del destino: l’anno scorso – proprio come accaduto a Moena, sede del ritiro della Fiorentina – un’alluvione ha distrutto la zona del Campeggio, tutt’ora inagibile.
Michela Ramponi, 45 anni, madre di due figli, ha perso la vita, rimasta intrappolata nella sua casa (il resto della sua famiglia si è salvato). Oggi la città si è rialzata, e quando arriva il Napoli sono giorni di passione. Bandiere per le strade, bar e ristoranti che chiudono dopo. “Perché vogliamo farli sentire a casa”, dicono.
LA SOLITA FIAMMA
Sempre gli stessi poi: Mertens, Insigne, Milik, Zielinski, quel ‘sogno nel cuore’ che accende ogni ritiro. Un fuoco sacro che non si spegne mai, alimentato da sogni e obiettivi. Quest’anno sono arrivati Manolas ed Elmas, il centrale che ha sostituito Albiol e il talentino macedone che ha stregato Carletto, classe ’99 con tecnica e qualità.
Infine Di Lorenzo, dalla Serie C con il Matera alla Champions con il Napoli, una scalata senza limiti. Il suo Everest inizia da qui. Una squadra rinforzata che attende ancora il grande colpo, e dopo il 3-0 rifilato al Liverpool i tifosi coltivano il sogno, la fiamma non si spegne mai. E ogni anno, da 9 anni, si riaccende qui.