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Nani, l’eterna promessa con l’Italia nel destino

Puntualmente accostato alle italiane durante ogni sessione di mercato e chissà, forse prima o poi capiterà davvero che Luis Nani sbarchi in Serie A. Contatti, ammiccamenti, trattative più o meno avviate poi tempestivamente saltate: c’è chi dice che nel mercato invernale 2013/2014 fosse già stato praticamente preso dalla Juve, anche se in seguito non se ne fece più nulla. E a volte ritornano, ma a posare gli occhi sull’ala portoghese a questo giro è l’Inter: i nerazzurri avrebbero individuato Nani come l’alternativa numero uno a Candreva, viste le difficoltà legata alla trattativa da intavolare con la Lazio per il giocatore della Nazionale.

Dopo le esperienze al Man Utd ed allo Sporting Lisbona, Nani attualmente veste la maglia del Fenerbahçe, dove dal 2015 ha collezionato 28 presenze ed 8 gol: su di lui una clausola rescissoria da 8,5 milioni di Euro da esercitare entro giugno, sperando poi che il giocatore possa tornare ad essere il Nani ammirato con la maglia dei ‘Red Devils’. Eh si, ripensando a quegli anni non si può che viaggiare con la mente, e via coi ricordi… Un’infanzia passata ad ammirarlo con la maglia del Manchester United e ad imitarlo nei campetti vicino casa, sperando nella sua definitiva esplosione che dopotutto non è mai arrivata.

Doppi passi, finte, sombreri. “Stai a vedere che questo è l’anno buono”, dicevano. Invece niente, come tanti potenziali fenomeni mai definitivamente consacrati, del resto. “Io non sono il nuovo Ronaldo”, cercava di giustificarsi lui dopo l’addio all’ Old Trafford di CR7 nel 2009, tentando di districarsi di dosso le troppe pressioni, ma a nulla è servito. E ad ogni gol con conseguente salto mortale come esultanza, come se il tempo si fosse inesorabilmente fermato, ognuno di noi imperterrito tornava a scommettere sul futuro radiante dell’ala portoghese. Ma quando inizia ad avvicinarsi la soglia dei trent’anni e tu rimani pur sempre un “giovane di belle speranze”, qualcosa dev’essere andato storto… L’arrivo allo United di Van Gaal poi, ha definitivamente interrotto il rapporto.

Valigia in mano, prima allo Sporting, poi al Fenerbahçe per cercare di far ricredere quei (pochi) che ancora vedono in te un potenziale crack, ma ormai per diventare il degno erede di quel mostro di Cristiano Ronaldo il tempo è spietatamente passato. Per tornare ad essere quantomeno decisivo però di tempo ma soprattutto di possibilità ce ne saranno ancora, eccome, sperando che in caso di acquisto da parte dei nerazzurri si possa tornare ad ammirare non ‘Il nuovo CR7’, ma quell’estrosa ala portoghese, che a suon di dribbling e numeri faceva ammattire le difese avversarie risultando spesso decisivo.

di Alberto Trovamala