Nainggolan: “Derby, non vedo l’ora. La Roma? Una delusione”
Il conto alla rovescia dice -4, Inter-Milan è alle porte. Il derby della Madonnina torna, dopo tanti anni, ad essere una partita di grande livello, per via dei tanti innesti che hanno contribuito ad alzare il livello delle squadre. Nell’Inter, il colpo estivo è stato uno su tutti: Radja Nainggolan. Un ragazzo di cuore, energia. Passione. Il calciatore perfetto per scendere in campo in un derby. Quello di domenica, sarà il primo per lui da quando è arrivato in nerazzurro.
“A un mio amico ho detto: se perdo entrambi i derby e a fine anno io sono in Champions e loro no, va bene comunque. Il Milan è forte, ci metterà in difficoltà. Higuain? È molto bravo, sa giocare con i compagni fuori dall’area, ma io mi tengo stretto Icardi che con mezza occasione riesce a fare gol”, ha spiegato il Ninja ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Rispetto al derby di Roma, però, sono cambiate tante cose: “Lí avevo dei compagni romani e romanisti che, se perdevi, due mesi dopo ancora te lo rinfacciavano. Qui non è così, anche se sono certo che a San Siro domenica ci sarà un boato. Se Spalletti mi mettesse in panchina? Gli direi che va bene, anche se io certe partite sono abituato a giocarle sempre”.
All’allenatore nerazzurro, il belga deve tanto: “Mi chiese una volta di dormire quattro giorni a Trigoria perché voleva lavorare bene con me. E mi deve piacere, perché mi stava dedicando del tempo che avrebbe dovuto lasciare per la sua vita privata. Trequartista? Lui non chiama così quel ruolo, per paura che poi sentendomi tale io non rientri. Mi disse solo “Radja, tu farai il centrocampista aggiunto”.
Rispetto ai tempi di Roma, per Nainggolan è cambiato tanto: “Innanzitutto non mi sono sentito rispettato. Io ho fatto tanti errori, penso al video di Capodanno, ma loro hanno trattato con società straniere senza dirmi nulla, come fossi un giocatore di cui a loro importava poco. E io in quelle squadra non ci volevo neppure andare: a quel punto mi chiamo Spalletti, e non ci ho pensato su due volte. Qui la società si comporta in maniera diversa, è più presente, Zhang è sempre ad Appiano. Pallotta, a Roma, veniva una volta all’anno. Un capo d’azienda non dovrebbe seguire da vicino la sua attività?”.
Nainggolan, in carriera, non ha mai nascosto la sua avversione nei confronti della Juventus: “Te ne fanno una, poi un’altra, poi un’altra ancora. E chiaramente poi non ti stanno più tanto simpatici. La Juve mi ha cercato per 4-5 anni consecutivi, oggi sono ancora i più forti. Noi che inseguiamo, dovremo essere bravi a stargli col fiato sul collo e approfittare di eventuali passi falsi. Ronaldo? Contribuisce a dare più visibilità ad un buon campionato che però, prima, ne aveva poca. Ma tra CR7 e Messi scelgo il secondo”. Eppure, lo scorso anno, Leo è stato eliminato dalla Roma del Ninja: “Si tratta della partita più emozionante della mia carriera. Dopo pochi istanti il gol di Dzeko, Juan Jesus che marcó Messi in modo impeccabile…”.
Al Milan, Nainggolan toglierebbe… “Bonaventura, intelligente e forte tecnicamente, un bel giocatore. Modric da noi? Sicuramente è il migliore nel suo ruolo, ma credo che chi c’era ora in campo meriti di stare qui, sono felice di loro. Barella il mio erede? Mi ci rivedo in tante cose, avete visto l’esordio con la Nazionale?”.
L’intervista completa su La Gazzetta dello Sport