Morata: “Il mio desiderio è trionfare nel Real Madrid, ma anche la Premier è una grande soluzione. Spero di conoscere il mio futuro pre Euro2016”
Dove sarà, il futuro di Alvaro Morata? A dare qualche indizio in più, almeno a livello di gradimento, è stato il giocatore stesso, in un’intervista concessa ad As in cui ha parlato chiaramente dei propri desideri futuri, commentando sulle offerte ricevute e non solo. E partendo proprio dall’esperienza in maglia Juventus:
“E’ stata un’esperienza proficua. Ho vinto tutto ciò che si può vincere in Italia, oltretutto più volte; sono arrivato in finale di Champions, ho segnato tanti gol e sono cresciuto come calciatore e come persona. Credo di essere ora un giocatore diverso da quello che andò via dal Real Madrid, il ragazzino che correva per il Bernabéu con tutti i sogni del mondo ora è lontano. Ma soprattutto, ciò che ho mostrato è che posso giocare in una grande squadra, perchè se valgo la Juve…”.
Sul futuro, poi, Morata ha proseguito così, svelando un desiderio più che chiaro: “Se mi piacerebbe che la mia situazione si risolvesse prima di Euro2016? Magari, perchè è scomodo restare qui pensando a giocare ed aiutare la tua Nazionale con il telefono in mano. Vediamo cosa succederà alla fine e dove giocherò. Il Real Madrid? E’ chiaro che sia la soluzione che più mi piacerebbe. Il mio desiderio è trionfare nel Madrid, ma ci sono grandissimi giocatori, e ciò che voglio è sentirmi importante. L’anno prossimo giocherò nella squadra in cui avrò maggiori possibilità di riuscire ad esserlo. Ci sono alcune offerte dall’Inghilterra che tentano, non solo per il contratto: credo che per le mie caratteristiche la premier sarebbe una grande soluzione. Con questo non voglio dire che voglia andarmene dalla Juventus, che è un club del quale posso solo parlare bene. Ma dico che andare in Premier non sarebbe un passo indietro, anzi: con ciò che ho imparato in Italia, se avrò l’occasione di imparare qualcosa di più in Inghilterra credo che mi potrà permettere di diventare un giocatore più completo e migliore. Ho 23 anni e ciò che voglio è fare progressi, giocare, imparare dai migliori e fare una buona carriera”.
“L’Europeo può essere sicuramente una grande occasione per scegliere il mio destino, ma non dovrà essere solo questo – continua Morata – Tuttavia, sappiamo tutti com’è il calcio: è evidente che spicchi all’Europeo, se segni gol in partite importanti, cambia tutto lo scenario. Puoi non aver fatto la miglior stagione della tua vita, ma se segni un gol in finale si ferma il mondo e si ripianificano tutte le situazioni. Ma penso ad aiutare la Spagna, sono un attaccante centrale e tra le mie responsabilità c’è quella di segnare. Cerco di farlo perchè la mia squadra vinca, il resto ora non dipende da me”.
Su Euro2016, poi: “Può essere che questa sia la mia più grande opportunità avuta sinora. Ma non la prendo come una sfida personale, ma collettiva: sono solo uno in più, sempre che Del Bosque mi includa nei 23. Come tutti gli attaccanti, preferisco che gli allenatori siano chiari: non ho mai messo giù il muso per non giocare, né dato problemi in spogliatoio. Mi considero un giocatore di squadra, che mira al gruppo, ma mi fa piacere quando un allenatore ti dice perchè non giochi: così sai cosa devi fare per allenarti di più e migliorare, al contrario di quando sei escluso senza ragione. Del Bosque si aspetta il meglio da me, così come dai miei compagni: devo rispondere alla sua fiducia dando tutto. Sono sincero con me stesso e so che mi ha chiamato per Euro2016 dopo un’annata difficile alla Juventus: ha fiducia in me, perchè già da quando ero in Under21 si preoccupava per i progressi di tutti coloro che venivano dalle serie inferiori”.
Sugli attaccanti modello: “Morientes e Raul, quando ho tempo e sono in hotel vedo video degli attaccanti storici. Ma oggi, oltre a Higuain e Suarez, Lewandowski è il migliore del mondo insieme a Benzema: quest’anno ho scambiato la maglia con lui, mi ha detto che gli piaceva il mio modo di giocare a calcio ed è stato un orgoglio. E poi c’è Aduriz, esemplare. Lo guardo e mi dico che da lui devo solo apprendere. Gli faccio domande, perchè voglio apprendere dalla sua esperienza: è uno spettacolo vedere come lavora negli allenamenti, come resta in campo, al sua concentrazione, come compete. E’ un riferimento ed uno stimolo, un tesoro per me averlo al mio fianco: spero che all’Europeo sia ancora caldo, sarebbe importante per la squadra. Stare in Italia in questi anni mi ha insegnato a non guardare solamente la porta avversaria, dovrò aiutare la squadra: sarà complicato vincere, ma ci proviamo. Abbiamo tanta voglia e fiducia, ma anche tanto rispetto per i nostri rivali, e sappiamo che nulla arriva senza sforzo”.
Ultime parole sulla finale di Milano, e su come Morata ha vissuto il derbi madrileno: “Con molto nervosismo e con molta gioia per il successo del Real. Sono madridista e volevo vincesse la mia squadra, ma mi è spiaciuto tanto anche per Koke, Saul, amici sin da piccoli. Ma so che vinceranno la Champions un giorno, non so se con l’Atletico o con altre squadre: la stessa tristezza che ho sentito per loro è stata gioia per Carvajal, Nacho, Sergio Ramos e gli altri compagni”