Atalanta-Monza è il derby di Pessina: “Il trasferimento la scelta migliore per tutti”
Dal Monza in C fino all’Atalanta in Champions e ritorno, ma con una missione speciale: trascinare il Monza verso il “decimo posto” in A, da capitano
Ha atteso relativamente molto poco Matteo Pessina per ritrovare il suo passato. Oggi con il Monza (la probabile formazione) tornerà ad affrontare l’Atalanta (la probabile formazione) da avversario, dopo aver giocato tre delle ultime quattro stagioni con la maglia nerazzurra. Quella del centrocampista è sempre stata una storia di ricordi e di ritorni al passato. Lo stesso passaggio al Monza lo è.
“Qui ho firmato il mio primo contratto da calciatore, in Serie C – ha detto Pessina in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Tornare e vedere quanto e come sono cambiate le cose: questa è stata l’emozione più forte”. Lo disse, anni fa: «Un giorno tornerò a Monza». Così è stato. Speravo nella A per il club e la città, non per un mio ritorno: lo progettavo per chiudere qui la carriera. Il presidente Berlusconi e il dottor Galliani ci mettono poco a convincerti. Chiunque, figuriamoci me: qui ci sono nato e cresciuto”.
Dall’Atalanta al Monza, il racconto del trasferimento
Un trasferimento, il suo, nato il primissimo giorno utile. Un’idea partorita e costruita senza inutili indugi: “Primo giugno, la mattina di Italia-Argentina, hotel della Nazionale a due passi da Wembley. Mi squilla il telefono: il dottor Galliani. «Guarda, Matteo, solo per avvisarti che il Monza è salito in A». E ha messo giù. Poi la trattativa si è aperta a inizio luglio e si è risolta in pochi giorni. Berlusconi mi ha parlato di squadra giovane, con tanti italiani, di territorio, dell’esempio dell’Athletic Bilbao. C’era qualcosa di Pessina in tutte queste cose, credo”.
Tanto, però, il Monza si sta affidando allo stesso Pessina: il 25enne è tornato in biancorosso per guidare la squadra da capitano, come promise anche Galliani: “La fascia pesa, ma non la sento pesante. La mia fascia è la maglia del Monza: il simbolo del capitano ce lo metto semplicemente sopra”.
Un mercato corposo e un inizio difficile
Pessina è stato un fiore all’occhiello di una foltissima campagni acquisti condotta dal Monza, che per cercare la salvezza alla sua prima Serie A, ha chiuso per ben 16 nuovi arrivi. Mercato folto, che forse si è rivelato controproducente in questo avvio di campionato, con ancora 0 punti dopo quattro giornate. “16 non sono troppi – ha detto Pessina – ma è complicato arrivando tutti da squadre diverse, con filosofie diverse da quelle del mister. Serve uno spirito comune da seguire e un’impostazione chiara come quella che sta dando Stroppa”.
“Noi conosciamo l’ambizione di chi c’è al vertice, quello che hanno fatto con il Milan. Io dissi «Pensiamo alla salvezza» e Galliani mi bacchettò, correggendomi: decimo posto. Resto convinto che la salvezza sia il primo obiettivo, quello sicuro: del resto si può riparlare a fine campionato”.
Pessina ritrova Bergamo: “Sarà sempre casa…”
Stasera, lunedì 5 settembre alle ore 18:30, Pessina incontrerà per la prima volta il suo passato. Affronterà Gasperini sotto la guida del nuovo allenatore Stroppa. “Loro sono simili nella pressione uomo contro uomo in fase difensiva e riaggressione palla, una volta persa, dei 4-5 giocatori più vicini. A livello di impostazione, invece, hanno due filosofie molto diverse“.
“A Bergamo ero diventato quasi più un attaccante esterno e non sono riuscito a fare il meglio: sono caratteristiche che non ho. Avrei avuto meno spazi e ho fatto questa scelta. Ma non è stata una separazione traumatica: soluzione soddisfacente per tutti, e continuo a sentire tanti di loro, dal presidente a Gasperini. Bergamo per me è stata una casa accogliente: ci sono entrato ragazzino e uscito da campione d’Europa. E a Bergamo continuerò a sentirmi di casa“, ha concluso Pessina.