Addio a Silvio Berlusconi, il ricordo di Antonelli, il ds del Monza delle promozioni: “Per sempre grato”
Le parole di Filippo Antonelli, ex direttore sportivo del Monza, in ricordo di Silvio Berlusconi
“Non potrò mai smettere di ringraziarlo. Lavorare con lui è stato un privilegio incredibile…”. Il commosso ricordo di Filippo Antonelli, attuale direttore sportivo del Venezia, che con Silvio Berlusconi presidente ha vissuto annate straordinarie al Monza, culminate con due promozioni dalla Serie C alla Serie B e dalla Serie B alla Serie A (appena un anno fa nello ‘storico’ playoff contro il Pisa).
Mecenate (vero) del calcio romantico, cultore della bellezza e del ‘giuoco’. Battuta pronta, sorriso iconico, mentalità vincente. Uno dei presidenti più vincenti della storia del calcio. Prima da ‘Napoleone’ al Milan (l’Italia, l’Europa, il Mondo), poi da Ulisse tornato festosamente a Itaca, con il Monza, riportato nell’incredibile spazio di tre anni e mezzo dalla Serie C alla Serie A (e chissà cos’altro sarebbe potuto essere…). Mancherà al Monza, mancherà al calcio: probabilmente ultimo baluardo di un’idea – allo stesso tempo – popolare e romantica dello stesso…
“Mancherà eccome! Sarò per sempre grato a Silvio Berlusconi e al dottor Galliani perché lavorare con loro è un privilegio unico. Ti cambiano mentalità e prospettiva, con il loro ottimismo e la loro incredibile mentalità vincente. Sono davvero triste e addolorato, ogni ‘grazie’ non sarà mai sufficiente per esprimere ciò che mi hanno dato…”, le parole sentitamente commosse di Filippo Antonelli, ds del Monza delle promozioni.
E pensare che poco più di un anno fa eravate insieme, sul prato del Romeo Anconetani di Pisa, a festeggiare il ritorno in Serie A del Monza… “Stamani quando ho appreso la notizia, mi sono tornate in mente le immagini di quella notte, storica per il Monza. Posso dire solo di essere orgoglioso di aver lavorato per lui e voglio esprimere tutta la mia vicinanza alla famiglia Berlusconi e al dottor Galliani…”.
Tanti i ricordi. Un presidente innamorato e perfezionista. Presente. “Ricordo, in particolare, una delle primissime volte ad Arcore. Con Galliani e Brocchi avevamo stilato una lista di possibili acquisti, che appunto avremmo dovuto sottoporre al presidente Berlusconi. Poche ore prima di partire per Arcore mi chiama il dottor Galliani e mi fa… ‘Mi raccomando, mi raccomando stampa e metti ben in evidenza tutte le facce dei giocatori che vogliamo acquistare perché debbono essere belli e ‘puliti’, il presidente ci tiene molto…’. Il presidente Berlusconi apprezzò particolarmente e oltre a darci il ‘via libera’ mi regalò delle cravatte firmate con il suo nome che ancora custodisco gelosamente”.
La cultura della ‘bellezza’, dei valori ‘umani’, quasi – ormai – tristemente anacronistici nel calcio dei meri numeri e delle ‘macchine’. Nel calcio dei ‘domani’, dei ‘pagherò’ e delle finte promesse. “Ricordo ancora la prima volta che il presidente Berlusconi venne al Brianteo. Su suggerimento del dottor Galliani io gli comincio a parlare della squadra, dei giocatori… lui subito mi interrompe… ‘c’è qualcosa che non mi piace… La tribuna di fronte è troppo scura, non mi piace, facciamola pitturare con una tinta più chiara. I cartelloni poi… debbono ricoprire tutto il perimetro. E anche la Curva, bellissima, ma voglio sentirla di più: mettiamo un amplificatore…’. Tempo una settimana e tutte queste modifiche si concretizzarono”.
“Era così – conclude Antonelli – ciò che diceva, faceva. In pochi mesi ha trasformato Monzello, ha ristrutturato lo stadio, ha creato mentalità e strutture. È stato il Presidente che avverava tutti i sogni…”. E’ stato sì, il Presidente dei sogni…