Dottoressa… nel pallone: Mariangela, il Brindisi e un tabù sfatato
"Che la professionalità vinca su ogni tabù! Spero che il mio esempio apra finalmente una nuova strada nel mondo del calcio". E' testarda e determinata la dottoressa Mariangela Monfregola. A 59 anni ha realizzato il suo sogno. Da due stagioni è il medico sociale ufficiale del Brindisi Calcio, società tornata in Serie D dopo quattro anni trascorsi nelle categorie regionali. Anche grazie a lei. Ebbene si, una donna nello spogliatoio di una squadra maschile: 'Mi hanno detto che sono l'unica in Italia, non so se sia vero'.
Ci aveva già provato la Spal nel 2017 a scardinare l'egemonia maschile, ingaggiando la dottoressa Raffaella Giagnorio. Da allora, però, pochi club hanno seguito l'esempio: 'Inizialmente non è stato facile' racconta Mariangela a gianlucadimarzio.com. "I primi mesi non entravo neppure negli spogliatoi. Appena mi avvicinavo sentivo gridare: 'attenzione, c'è la dottoressa. Poi, un giorno, si fece male l'allenatore e fu praticamente costretto a farsi curare da me. Lo misi in piedi in due giorni e si convinse ad affidarmi la cura totale dei calciatori'.
E' accaduto che una donna facesse carriera nel mondo arbitrale – Stephanie Frappart ne è l'esempio -, ma mai, a livello medico, in un club maschile. Oggi si parla tanto di calcio femminile, di donne, come Emanuela Schioppo, che si battono per i loro diritti nello sport, ma il problema è anche favorire l'inserimento delle professionalità del gentil sesso in un mondo storicamente maschile.
"E' chiaro che non sono mancati momenti di imbarazzo. Nel calcio ci sono anche gesti, regole e atteggiamenti particolari. Una volta dissi ad un giocatore di stare attento a non farsi male, potete immaginare il gesto scaramantico che fece…'", ci racconta sorridendo Mariangela: "Ecco, da allora è cambiato molto. Oggi quando entro nello spogliatoio nessuno ci fa più caso. Vivo con i calciatori, parto in ritiro con loro. Anzi, forse essere un medico donna ha anche dei vantaggi. Si confidano, mi raccontano le loro storie. Spesso anche molto toccanti".
Ma la passione per il calcio parte da lontano: "Mio padre mi portava a vedere tutte le partite in zona. Anche di prima e seconda categoria. Tifavo Inter e collezionavo le figurine Panini'. Ed i calciatori come la pensano? Il capitano Dino Marino, scuola Inter, rivela: "Non mi era mai capitato di avere una donna nello spogliatoio. All'inizio c'era perplessità, ma adesso dico che è un'esperienza che ci ha arricchito perchè abbiamo sfatato un pregiudizio che nel calcio andrebbe abbattuto definitivamente. La sua professionalità e i suoi modi l'hanno resa parte integrante del gruppo". Una dottoressa… nel pallone. In un calcio che, finalmente, si tinge anche di rosa.
A cura di Fabrizio Caianiello