Mondonico: “Sarri? Gran lavoro, ma la Juventus è la favorita”
Tutto in quindici giorni. Alla sosta natalizia l’Inter, seppur perdente in casa con la Lazio, era arrivata in testa, con un punto di vantaggio su Napoli e Fiorentina, seconde, e tre sulla Juventus quarta. Sono bastate tre partite agli azzurri per accumulare un vantaggio di quattro lunghezze sui nerazzurri e ai bianconeri per portarsi al secondo posto, in scia ai campani: “In questo momento penso che Napoli e Juventus abbiano qualcosa in più delle altre – dichiara Emiliano Mondonico ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – e a mio parere lo scudetto lo possono perdere solo i bianconeri. E’ tutto un altro Napoli rispetto alle passate stagioni, Sarri ha dato una grande organizzazione difensiva. Gli azzurri, negli scorsi tornei, erano una squadra votata al gioco offensivo, con tre attaccanti e Hamsik che faceva la seconda punta. Sarri ha lavorato molto con il reparto arretrato e ha fatto sì che le due fasi, quella difensiva e quella offensiva, possano collaborare in modo armonico: bisogna riconoscere che ha ottenuto dei grandi risultati”.
I torinesi vengono da 10 vittorie di fila e la loro scalata al primo posto sembra inarrestabile: “La Juventus è la favorita perché è la squadra più abituata a stare ai vertici e anche quella che si fa meno influenzare dai risultati, sia positivi che negativi. Più passano le gare più danno il meglio di loro stessi, ecco perché i ragazzi di Allegri sono i principali candidati. Nessun’altra squadra ha l’abitudine a vincere come i bianconeri. La partenza non è stata all’altezza delle aspettative, perché pensavamo tutti che fosse ancora una squadra di ‘tacco e punta’. Invece si sono resi conto che le loro caratteristiche sono soprattutto la forza fisica, l’agonismo e la solidità. Poi lì davanti, con giocatori forti come Dybala, non c’è dubbio che prima o poi la rete arriva”. Higuain-Dybala, sfida nella sfida: “Tenendo anche conto del numero di gol, per me è più decisivo Higuain nel Napoli che Dybala nella Juventus. E’ una sfida a suon di reti e andando avanti così lo spettacolo sarà assicurato, per la gioia di noi osservatori, che potremmo gustarci questo duello tra due grandi giocatori”.
Adesso l’Inter si trova a meno quattro, ma anche in Coppa Italia ha dimostrato di essere sul pezzo: “L’Inter non deve assolutamente sentirsi ridimensionata, e il risultato di Coppa ne è testimonianza. I nerazzurri sono in grado di lottare fino alla fine per lo scudetto, anche se questo gruppo non è ancora abituato a stare in testa, fattore che li condiziona un po’. Fino ad ora si è retta sull’estro dei suoi solisti, adesso è il momento di capire che i solisti possono far parte di un’orchestra. I loro grandi giocatori devono mettersi al servizio della squadra e invece, in questo momento, sembra quasi che presumano che sia la squadra che deve mettersi al loro servizio. Purtroppo per loro il problema è che i solisti nerazzurri sono più di uno…”. Domenica, nel “lunch match” ci sarà la sfida tra altre due grandi ex squadre di Mondonico, Fiorentina e Torino: “Il Torino nell’ultima gara in casa ha trovato un Frosinone che se l’è giocata in maniera abbastanza strana, perché non ha coperto sufficientemente le fasce e i granata sugli esterni vanno a nozze. Questo ha favorito la vittoria. Il pari con il Sassuolo è un buon risultato. Domenica i granata vanno a Firenze e i ‘viola’ vengono dalla brutta sconfitta di Milano: vorranno sicuramente riprendere contatto con i primi posti. Anche Paulo Sousa ha fatto un ottimo lavoro. E’ un campionato tutto da vedere, dalla corsa scudetto ai piazzamenti per l’Europa League, fino alla lotta per non retrocedere”.
Intanto Immobile ha scelto di tornare in Italia: “Il Torino aveva bisogno di un colpo che ridesse entusiasmo alla gente, che dopo il 4 a 0 nel derby di coppa si era un pochino perso. Il ritorno di Immobile ha un po’ affievolito i malumori”. La Roma ha scelto: via Garcia, dentro Spalletti. Mossa azzeccata? “L’avvicendamento di un allenatore spesso è più voluto che dovuto. Anche chi sta in panchina si rende conto da solo che forse è il caso di cambiare. Adesso è arrivato Spalletti, ma il risultato di domenica ha dimostrato ancora una volta che il calcio non è una scienza esatta e l’esonero di Garcia non sarà di certo la soluzione a tutti i mali. La Roma ha grandi giocatori, di qualità, e quindi ha tutto il tempo per rimettersi in corsa. Però i calciatori devono capire che dipende più da loro che dall’allenatore o chi per lui”.