Monchi, il genio delle plusvalenze che ha costruito il miracolo Siviglia. Ma non toglietegli la Coca Cola…
C’è solo da inchinarsi di fronte al capolavoro Siviglia. I meriti di un giocattolo quasi perfetto vanno a tutti; molti, a questo signore qui. Pochi capelli, una miriade di intuizioni: dal 2000 il signor Ramon Rodriguez Verdejo, per tutti Monchi, ha preso una squadra in crisi economica e retrocessa facendola diventare un piccolo paese dei balocchi.
Mestiere: direttore sportivo. Nel suo ufficio c’è una foto con Maradona, non manca mai una sigaretta accesa, una bottiglia di Coca Cola e in bacheca quella copia dell’Europa League in bacheca (ne hanno talmente tante…). Il suo metodo? Più di 700 collaboratori, una lista precisa e aggiornatissima per categorizzare il valore dei giocatori: livello A da prendere subito, B molto interessante, C da seguire. Sembra un gioco da tavolo, no? E invece è l’algoritmo perfetto del Sevilla. Ne ha comprati più di 200 in 16 anni, ne avrà sbagliati una ventina. Ma… mai preso un calciatore inglese: “La competizione sul mercato coi club di Premier è impossibile. Ma quando vengono a comprare, beh, li ascoltiamo volentieri”. Ha indovinato operazioni pazzesche. Qualche esempio? Preso Dani Alves a 500mila euro, venduto a 40 milioni. O Julio Baptista, pagato 2 milioni e ceduto per 25 all’Arsenal. Ha scoperto Kondogbia e rivenduto a peso d’oro al Monaco. E ancora Rakitic, Bacca, Seydou Keita… chi più ne ha più ne metta. Per un totale di quasi 300 milioni di plusvalenze generate.
Sì, ma… “nessuno stadio esporrà mai uno striscione con scritto: ‘Che meravigliosi incassi, grazie società!’. Bisogna anche vincere, saper reinvestire. Altrimenti sei un negozio, non un club amato dalla tua gente”, ricorda Monchi. Che sa fare tutto questo e anche di più. Il calcio è fatto da chi scende in campo, come da chi costruisce e inventa le squadre. Il signor Ramon Rodriguez Verdejo è un fuoriclasse. Con un messaggio da portare a chiunque, nel calcio e non: i soldi non avranno mai la meglio sulle idee. Ma non toglietegli la Coca Cola!