Il soprannome Fabianski e le lacrime di gioia: Kamara, l’eroe della Sierra Leone
Dopo ventisei anni la Sierra Leone è tornata a giocare la Coppa d’Africa, fermando l’Algeria: merito del portiere classe 1999 che gioca in patria
È iniziata con un pareggio l’avventura in Coppa d’Africa della Sierra Leone. Un punto storico per i “Leone Stars” che non partecipavano alla fase finale del torneo dal 1996. Ventisei lunghi anni da quel 15 gennaio 1996 quando la Sierra Leone batté 2-1 la Burkina Faso a Bloemfontein (Sud Africa) con il gol (anche) di Mohamed Kallon, ricordato in Serie A per le sue esperienze con Inter, Bologna, Genoa, Cagliari, Reggina e Vicenza.
Ventisei anni dopo nella storia della Sierra Leone c’è sempre un Mohamed, ma di ruolo non fa l’attaccante, bensì il portiere. Si tratta di Mohamed Kamara, estremo difensore classe 1999 eletto MVP del match contro l’Algeria. Un pomeriggio da protagonista assoluto per lui, primo calciatore non professionista eletto migliore in campo di una partita della Coppa d’Africa. Già perché Kamara gioca ancora nel suo paese, vestendo la maglia degli East End Lions.
Una storia particolare quella di Mohamed Kamara, conosciuto da tutti come Fabianski, il portiere polacco oggi al West Ham, ma con un lungo trascorso all’Arsenal. Un soprannome che nasce, soprattutto, per distinguerlo dall’omonimo compagno di squadra: Mohamed “Medo” Kamara, centrocampista sierraleonese naturalizzato…polacco.
Se “Medo” ha assistito alla partita tra Sierra Leone e Algeria dalla panchina, Mohamed “Fabianski” Kamara l’ha vissuta in campo, giocando probabilmente il miglior incontro della sua carriera. Ben sette interventi decisivi di vario tipo: dalle parate in due tempi fino a un’uscita rischiosa, di testa, al limite dell’area.
Stilisticamente rivedibile, ma efficace perché è riuscito nel suo intendo: fermare l’attacco dell’Algeria, campione uscente. Un reparto avanzato di tutto rispetto visto che poteva contare su giocatori del calibro di Mahrez, Slimani e Feghouli. A vincere, però, è stato Mohamed Kamara che ha lasciato il campo in lacrime dopo aver ricevuto il premio di miglior in campo. La giusta conclusione di una giornata indimenticabile.