MM7 Mustacchio e la sua storia: “La Sampdoria, Cassano e la KA per andare agli allenamenti. Balo un grande, una volta con l’estintore…”
Si invola sulla fascia, supera un difensore, poi un altro ancora, rientra e calcia…”Dai magari faccio pure gol”. Corre (tanto!) Mattia Mustacchio: in campo e con le parole. Spigliato, loquace, cantore provetto. Tra un soprannome e l’altro… “Ne ho tantissimi. Da Cavallo Pazzo a Mustang”. Ma ce n’è uno ancor più celebre, “che mi fa tanto ridere…”. Si fa una risata e tutto d’un fiato (effettivamente sono due lettere), “MM7. Me lo hanno dato i tifosi del Vicenza e si è diffuso più di quanto mi aspettassi. A volte mi ci chiama anche mia moglie Paola”. MM7 come CR7 dunque? “Uguale proprio… Con Ronaldo ho in comune solo il ruolo per questo ogni volta che mi chiamano così rido. Diciamo che è nato per le mie falcate sulla fascia. Poi quest’anno alla Pro Vercelli per la prima volta sono riuscito a prendere la maglia numero 7 quindi devo per forza far bene”.
Il settore giovanile dietro casa, al Brescia e la Sampdoria, nello scambio con Caracciolo. Ricorda Mustacchio, con quel sorriso che ti mette di buon umore (anche se di lunedì è più difficile)… “Bella esperienza alla Samp con Mazzarri. Lui puntava molto su di me, ho fatto 5 presenze in A e una in Coppa Uefa. Mi chiamava ‘Flipper’ – racconta ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – perché non mi fermavo un attimo, io sono sempre in movimento. E’ un grande allenatore, l’ho rivisto qualche anno fa quando abbiamo fatto un’amichevole con l’Inter e mi ha tirato subito uno sberlone”. Sberlone d’affetto, perché Mustacchio è uno che si fa voler bene. “Anche da Cassano e Pazzini al tempo. A me e Marilungo che eravamo i più piccoletti del gruppo, ci scarrozzavano a destra e sinistra. Cassano è un grande, anche se in allenamento si sperava sempre di non aver la sua stessa pettorina perché voleva vincere ad ogni costo e gli insulti erano dietro l’angolo. Scherzi a parte, è un ragazzo fantastico”. Poi le cose sono migliorate quando hai preso la patente… “Come no! Io arrivavo al campo d’allenamento con la mia Ford Ka vecchissima e ogni volta la parcheggiavo o dietro l’ML di Antonio o dietro la Porsche di Bellucci perché mi vergognavo tantissimo. Una volta ci sono anche salito sulla Porsche…nel baule!”.
Da Cassano a Balotelli in Nazionale Under 21. Per quel che riguarda gli scherzi, Mustacchio si è fatto subito le ossa… “Un giorno eravamo in camera io e Santon, stavamo facendo un discorso importante. Ad un certo punto Balo entra nella nostra stanza con l’estintore e ci annaffia! E’ un ragazzo d’oro Balo, merita tanto. Con lui ho un ottimo rapporto, ci siamo visti poco tempo fa in un ristorante qui a Brescia”. Ma per MM7 (ride) l’Under 21 è anche sinonimo di rimpianto… “Quando siamo usciti dalle qualificazioni per l’Europeo è stato il momento più brutto della mia carriera. Ho pianto tanto e avevo perso fiducia. Poi per fortuna ho conosciuto mia moglie e ho ritrovato la forza per andare avanti”. L’amor che move il sole e l’altre stelle: inguaribile romantico Mustacchio. “Ma lo è anche mia moglie…poco tempo fa mi ha regalato il pupazzo di Sccoby-Doo. Un regalo bellissimo per me. E’ un cartone che guardo ancora oggi, mi impalla le ore davanti alla tv. Ora forse lo porto anche nello spogliatoio perché ultimamente siamo sfortunati e abbiamo bisogno di un amuleto”.
Ama viaggiare Mustacchio…e correre! ‘Perché non sei andato a fare il centometrista?’, domanda ricorrente. “Io per dar loro soddisfazione e una risposta esaustiva una volta c’ho provato e sono andato sotto i 12”. Gliela facciamo una chiamatina a Bolt? Farei un figurone di …”. Inarrestabile, cantore d’altri tempi. Beh, alla fine di gesta da narrare ci sono, tra qualche rimpianto e bei ricordi. Su tutti il viaggio di nozze alle Seychelles e un altro in Messico. Ci sei andato correndo? “Certo. Mi ha accompagnato Bolt…”.
Veloce, rapido, ti cambia passo da un momento all’altro… “infatti quello che mi dicono i difensori non si può raccontare…”. Ragazzo dal cuore d’oro, “forse sono stato sempre troppo buono, mi ritengo un po’ distante – caratterialmente parlando – da tanti miei colleghi. Ma con il tempo ho imparato ad affilare gli artigli anche se qui alla Pro Vercelli non ce n’è bisogno perché siamo un gruppo fantastico, tutti ragazzi eccezionali. Credo che ci toglieremo belle soddisfazioni”.
Come quelle che gli regala Callejon quando vede le sue giocate su Youtube… “Ultimamente mi ispiro a lui: per velocità e tempi d’inserimento è il giocatore perfetto. Anche se un omaggio a Ronaldo il Fenomeno è d’obbligo. Mio papà è milanista, io a dir la verità non ho una squadra del cuore. I miei amici con i quali giocavo a calcio da piccolo nel quartiere erano tutti interisti. Un giorno torno a casa, chiamo papà e gli faccio…’Guarda io sono diventato interista’. Per punizione mi ha portato un anno intero a vedere il Milan a San Siro. Ma non c’è stato niente da fare”. Convinto e deciso Mustacchio, con le sue idee e…la sua corsa.
Una sorta di ‘falco’. Si avventa sul pallone, lo accarezza e poi azzanna i difensori avversari. Che impresa stargli dietro! “Un po’ merito delle passeggiate al lago e in montagna, un po’ merito di mia moglie Paola che mi da tanta forza”. Sogna di tornare in Serie A, ma non ama fare programmi. Pensa al presente, a superare l’uomo in dribbling o a fare qualche chilometro in più degli altri. Che fatica la vita da MM7.