MLS, battaglia per i diritti: Rooney e Ibrahimovic i protagonisti
49 gol e 12 assist in 53 partite con i Los Angeles Galaxy, 25 reti e 14 assist in 48 match con il DC United. Sono questi rispettivamente i numeri di Zlatan Ibrahimovic e di Wayne Rooney in MLS, entrambi arrivati negli USA nel 2018. I loro trasferimenti hanno fatto fare passi da gigante al campionato americano, ma non solo per i propri valori sportivi. Il Guardian, infatti, li ha definiti i veri e propri “sostenitori” dei diritti dei calciatori della MLS.
Come riportato dal quotidiano inglese, già questa estate Ibrahimovic si era apertamente schierato contro l’organizzazione dei playoff da parte della massima serie calcistica statunitense: “Questo sistema è una mer*a, non porta ad alcuna mentalità vincente. Non puoi arrivare settimo e allo stesso tempo raggiungere i playoff, in questo modo non si spronano i giocatori a migliorare in allenamento. La mentalità va costruita giorno per giorno, in ogni allenamento, e così non è possibile” le parole dell’attaccante svedese. Rooney si è invece maggiormente concentrato sulle leggi salariali del campionato, a sua detta sfavorevoli nei confronti dei calciatori americani: “Sono sottopagati, meritano stipendi più alti” le parole dell’inglese in un’intervista a ESPN. “Bisogna adeguarsi alla linea di tutto il calcio mondiale, anche a vantaggio dello sport americano. Non sto dicendo tutto questo per un mio vantaggio personale, anche perché la prossima stagione non sarò più qui. Penso solo che tutti quei calciatori che lavorano allo stesso modo degli altri debbano guadagnare come loro”.
In MLS, infatti, ogni squadra ha un salary cap – ossia un tetto massimo di ingaggi – che non può essere superato. In particolare, i giocatori non possono guadagnare più di 10mila dollari a settimana. L’unica eccezione è per i ‘Designated Player’, ossia quei calciatori a cui è permesso ricevere dei salari maggiori. Due di questi, naturalmente, sono Ibrahimovic e Rooney. L’inglese, però, si è lamentato anche della regola della MLS che non permette l’uso di più di quattro voli privati per ogni club nello spostamento da città in città. Con queste imposizioni, alcuni voli – ovviamente di linea – durano anche svariate ore: “Deluso dal risultato della scorsa notte. In attesa di un altro viaggio da 12 ore che si potrebbe fare in 6, ma questa è la MLS” il suo tweet dello scorso agosto.
Parole forti da parte dei due maggiori simboli del campionato americano, che giungono in un periodo ben preciso: il contratto collettivo tra giocatori e MLS scadrà infatti il 31 gennaio 2020. Con le proprie dichiarazioni, Ibrahimovic e Rooney vogliono far sì che in sede di trattativa vengano considerate maggiormente le loro istanze e quelle di tutti i calciatori del campionato. Trascinatori in campo, ma anche fuori dal rettangolo verde i due sanno certamente come farsi rispettare.
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