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Milano, lo stadio sulla torta e i gol: “L’Inter è la mia vita”, il mondo di Icardi

Vivere alla Icardi, semplice: famiglia, lusso e gol. Vero, non è poi così facile. Soprattutto se hai solo 24 anni e di professione fai il capitano dell’Inter. Roba dura, da MI9. Questione di feeling, amore e luoghi: “Il primo sicuramente è San Siro. Poi mi piace andare in centro a fare shopping e mi piace sempre andare a vedere il Duomo, ogni volta che ci passiamo davanti scattiamo le foto“. Senza filtri, Maurito. A libro aperto in un’intervista rilasciata a GQ, durante uno shooting per la Foot Locker: sponsor e brand che lo accompagna durante i suoi gol. “Mi sento ormai molto milanese e l’Inter è diventata la mia vita: mi sento molto legato a questi colori e a questa società“.

Gol e assist, belli e preziosi: “Il più bello è sicuramente quello fatto da fuori area contro il Bologna. All’incrocio dei pali. Il più importante… è sempre contro la Juve“. E poi il tempo trascorso assieme ai figli, tra feste di compleanno e tantissimi regali: “I miei bambini amano Star Wars, invece le mie feste erano sempre di calcio. Non ho mai avuto altre passioni da piccolo. Anche la torta del compleanno aveva come decorazione uno stadio e i calciatori“. Sempre assieme agli argentini, Icardi. Cresciuto nella Masia, a Barcellona: “Sono tanti i compagni di allora con cui mi sento. Poi la vita alla Masia mi ha insegnato tante cose che hanno più a che fare forse con la vita stessa che con il calcio in senso stretto. Alla Masia si cura più l’uomo che lo sportivo. Tra coloro che sento ancora oggi di più, certamente c’è Rafinha, che gioca in prima squadra col Barcellona”.

Ormai sono qui da quattro anni e sono molto legato all’Inter“. E poi confessioni dal futuro: “Escludo che lavorerò ancora nel mondo del calcio. Quando mi ritirerò dal calcio giocato, sicuramente non farò l’allenatore. Non è nei miei pensieri. In questo momento non ho ancora progetti per il domani”. E nella vita privata, tanta movida: “No, con cinque bambini, proprio no“. Ah, manca ancora un sogno: “quello di giocare ad alti livelli l’ho già raggiunto da un paio d’anni – ha spiegato -. Ma il mio prossimo obiettivo è migliorare in modo da poter giocare per la nazionale del mio Paese“.