Milan, Thiaw: “Quando arrivai non riuscivo a crederci. Gli italiani? Molto meticolosi”
Il racconto del primo anno rossonero di Malick Thiaw, dall’incontro con Ibra al modo di difendere in Italia
Malick Thiaw è stata una delle rivelazioni positive della scorsa stagione del Milan, scalando le gerarchie della difesa rossonera. Anche nella prima giornata della Serie A 2023/24, contro il Bologna, il centrale tedesco classe 2001 è stato schierato titolare, al fianco di Tomori. Su SportBild, Thiaw ha rilasciato una lunga intervista.
Da Düsseldorf a Milano: com’è cambiata la vita di Thiaw?
Thiaw è arrivato in rossonero l’estate scorsa, prelevato dallo Schalke 04 per 8,6 milioni di euro. Dopo un anno, il suo valore è schizzato. Ma come ha vissuto il cambiamento il giocatore? “A volte devo darmi un pizzicotto. Mi sembra di essere in un sogno. In termini sportivi, il cambiamento è stato molto grande. All’inizio tutto era nuovo e difficile, soprattutto a causa della barriera linguistica. Ma il Milan ha esperti per ogni aspetto pronti ad aiutare. La città è un sogno, la gente è molto gentile”. Curioso il problema della barriera linguistica, per un ragazzo che poliglotta:Parlo correntemente il finlandese (la madre è finlandese, ndr), il tedesco. Il wolof lo parlo poco. Attualmente sto imparando l’italiano”. Un aspetto importante della vita di Thiaw è la religione: “Sono musulmano. Prego cinque volte al giorno, osservo il Ramadan. La mia religione mi dà una forza estrema”.
L’approccio con il mondo Milan
Thiaw è passato a raccontare l’impatto con il mondo Milan: “Incredibile. Aalla PlayStation, da bambino, giocavo a Pro Evolution Soccer con il Milan e Ronaldinho. Quando ho visto la maglietta con il logo del Milan alle visite mediche non riuscivo a crederci. Ero incredibilmente orgoglioso e felice in quel momento”. In particolare, il difensore ricorda un ex Milan: “Mi è sempre piaciuto lo stile di gioco di Kevin-Prince Boateng. In generale, mi ci sono voluti alcuni giorni o settimane per capire che stavo davvero giocando per il Milan”.
Il primo anno al Milan per Thiaw ha coinciso con l’ultima stagione da calciatore di Zlatan Ibrahimovic: “Zlatan è stata la seconda persona che mi ha parlato al Milan. Ero in sala pesi, si è avvicinato a me. Io sono alto, ma lui mi sovrastava. È stato un momento cruciale. Ero felice di condividere lo spogliatoio con una delle più grandi personalità del calcio mondiale degli ultimi decenni. Mi ha detto “benvenuto“”.
La difesa in Italia
Thiaw ha quindi concluso parlando della scuola italiana per quanto riguarda la difesa: “Gli italiani sono molto severi, meticolosi. Non importa se hai fatto 15 partite buone: trovano sempre qualcosa che puoi migliorare. Al Milan non giochiamo in modo puramente italiano. Ma i tifosi celebrano le azioni difensive come i gol. Pertanto, la difesa viene allenata in modo quasi ossessivo”.