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Milan, Tassotti lascia il club dopo 37 anni: il saluto della società rossonera

Una storia lunghissima, che sembrava destinata a durare ancora un altro anno. Invece, dopo 37 stagioni, il Milan e Mauro Tassotti si separano. Il contratto dell’ormai ex vice allenatore rossonero era sarebbe scaduto il 30 giugno 2017 ma oggi è arrivata la risoluzione ufficiale del contratto. Così il Milan, sul suo sito ufficiale, ha dedicato una lunga lettera proprio a Tassotti e ad Andrea Maldera augurando loro “buona fortuna”.

“I loro contratti erano in scadenza il 30 Giugno 2017, oggi la rescissione consensuale. Il Milan, per Mauro Tassotti e Andrea Maldera, non può e non vuole limitarsi ad una nota d’ufficio.

Noi del Milan e il Tasso siamo diventati grandi insieme, dai primi passi alla Partita del Secolo con la Champions League del 18 Maggio 1994 alzata da Capitano nel cielo ateniese dopo uno storico successo sul Barcellona del Profeta del Gol Johann Cruyff. Tasso, tutto un altro passo. Non era un coro nato dall’oggi al domani, ma l’omaggio ad un Signore del calcio. In quel lontano 1980, uno dopo l’altro 37 anni tutti intensi e tutti preziosi, avrebbero dovuto arrivare insieme al Milan: Bruno Giordano e Mauro Tassotti. Normali vicissitudini di mercato e alla fine è invece solo il giovane laziale che raggiunge Milanello: capigliatura larga e piedi da affinare, ci penserà il Barone Liedholm, uno dei primi protagonisti della leggenda del Tasso.

Mauro e il Milan, il Milan e Mauro. Non una storia sul velluto, i successi e la gloria non sono arrivati subito e con la bacchetta magica. Prima il pane duro della Serie B e dei primi anni ’80 dove ad ogni Campionato la squadra rossonera era a rischio sopravvivenza. Il Tasso però è stato uno di quelli che hanno saputo tenere duro, che si sono meritati l’era di Silvio Berlusconi. Il lavoro del grande Liddas sui suoi piedi ha dato i frutti giusti proprio dal 20 Febbraio 1986 in poi: il calcio e lo stile di Mauro Tassotti erano ormai pronti per l’appuntamento con la Storia. Dal cross per Daniele Massaro a Torino nello spareggio UEFA contro la Sampdoria del 23 Maggio 1987 fino alla partita disputata da mezz’ala contro il Cagliari il 1° Giugno 1997 a San Siro nel suo ultimo atto alla Scala del Calcio, il Tasso ha dato tutto e regalato ancor di più. Assist, giocate brasileire, ma anche sincronismi difensivi e tenacia nelle coperture. Uno come il Tasso non poteva fermarsi ad una tutto sommato normale gara d’addio.

Eccolo allora, nel 1999 e nel 2001, due volte su tre, vincere il Torneo di Viareggio da allenatore con la squadra Primavera del Milan. Eccolo, al fianco di Cesarone Maldini, l’11 Maggio 2001 nel derby dello 0-6. Ma eccolo soprattutto, dal 2002 al 2007, griffare in simbiosi con Carlo Ancelotti le notti per eccellenza del Milan. Le tante notti dal Liberec ad Atene che ci hanno fatto vivere belli, alti e forti, orgogliosi del nostro Milan e delle emozioni sprigionate da uno Stadio irraggiungibile. C’era tanto del Tasso nei movimenti di Serginho, c’era tanto del Tasso nelle scalate difensive di Cafu. Un Club ristretto di grandi giocatori e di grandi uomini. Mauro ha fatto da nave scuola a Leonardo e ad Allegri, è stato con Seedorf e con Inzaghi e nell’ultima stagione rossonera, la 37esima, ha seguito la maturazione e la crescita dei giovani rossoneri d’allevamento, in prestito ad altri Club in vari Campionati.

Oggi, nel giorno del tributo, la lettura storica consegna al protagonista di una giornata tutta milanista un posto in prima fila in quel luogo inesplorabile della mitologia rossonera, una galleria nella quale ci si sente sempre protetti e a testa alta: Mauro Tassotti con Franco Baresi e con Paolo Maldini, con Alessandro Costacurta e con Filippo Galli. E’ un grazie, ma non è solo un grazie. Ebbene sì, è anche commozione. Tasso, è stato e sarà sempre un piacere.

Dal 2009 ad oggi, anno della ripartenza del Settore Giovanile del Milan, la cantera rossonera non ha tenuto a battesimo solo giocatori per il Milan e per l’intera Serie A italiana. Tra il Vismara e Milanello, sono nate importanti esperienze tecniche e tattiche. Come quella di Andrea Maldera che, entrato nello Staff con Leonardo allenatore della Prima squadra, ha saputo migliorare il data base rossonero. Studio degli avversari, movimenti tattici, stretto rapporto con i vari allenatori succedutisi in panchina fino al 2015, prima del ritorno all’amata Primavera. Andrea Maldera, figlio del Grande Gino campione del Mondo nel 1969 e nipote del grande Aldo campione d’Italia con il Milan nel 1979, ha attualizzato la Storia, trasformandola in freschezza e futuro. Buona fortuna!“.