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Milan, Premio Liedholm 2017 a Montella: “Mi auguro di poter vincere come il Barone”

Un premio assegnato “per le qualità umane dimostrate, sempre privilegiando il sorriso, lo stile e la correttezza, che unite alle grandi qualità tecniche, hanno portato l’allenatore ad essere apprezzato e ricordato in tutte le piazze vissute nella propria carriera sportiva”. E’ Vincenzo Montella il vincitore del Premio Liedholm 2017, assegnato oggi all’allenatore del Milan a Villa Boemia, a Cuccaro Monferrato: la guida tecnica rossonera succede, nell’albo dei premiati, a Claudio Ranieri, in una lista che dal 2011 ha visto insigniti del riconoscimento (in ordine) anche Carlo Ancelotti, Vicente Del Bosque, Michel Platini, Paolo Maldini e Roberto Donadoni.

“Ho avuto il piacere di incrociare il Barone alla Roma, ho avuto la possibilità di apprezzare la sua ironia. Mi auguro di poter vincere come lui, ha vinto due scudetti. Il derby? La cosa bella di questo mestiere, la testa e le idee verso la prossima partita. E’ un mestiere bellissimo, ti appassiona e ti prende a 360° tutti i giorni, quando non perdo mi piace anche la domenica. Le aspettative sul Milan erano e sono altissime. Noi conosciamo la realtà interamente, sappiamo che mediaticamente ci sta. Il nostro percorso ci deve portare a crescere e raggiungere l’obiettivo dei primi quattro posti. Non siamo distantissimi, l’importante è non farsi condizionare”.

“Non mi turbano le illazioni, faccio questo lavoro da qualche anno, conosco i rischi del mestiere. Allenando una squadra come il Milan i rischi sono maggiori così come le chiacchere. Sono positivo e ottimista, c’è del lavoro da fare. Vedo il cammino un po’ in salita ma è abbastanza normale, ci vuole del tempo ma noi siamo i primi a pretendere che questo tempo non ci sia. Ho equilibrio nelle valutazioni e nelle analisi. Preparatore atletico? Sto valutando qualche possa essere la scelta migliore. Iriarte? Sta con me da qualche anno, le soluzioni interne non mancano, sto vedendo anche altri profili. Non mi lascio prendere dal panico. Che Papu Gomez avesse grandissime possibilità si intravedeva, mi fa piacere per lui che è un bravo ragazzo. Gli auguro il meglio e che possa qualificarsi già stanotte con la sua Argentina”.

“Sono davvero orgoglioso ed emozionato per questo premio, Liedholm era molto vicino alla squadra. Ricordo la sua ironia, competenza e il suo sdrammatizzare, valori importanti nel calcio, e lui era una persona cui portavi rispetto per questa intelligenza ed ironia che aveva. Sono particolarmente orgoglioso di ricevere questo premio per Nils. Ho scoperto tante cose grazie a Nils, dicono di me in realtà che sono più nordico che napoletano. Vincere la seconda Stella al Milan? Ero innamorato del Milan di Sacchi e del trío olandese, avevo occhi per Van Basten, un’anomalia nella Napoli di Maradona. La mia fede milanista è tornata dopo gli anni da calciatore e mi auguro ovviamente di vincere lo scudetto, sento già l’orgoglio di aver vinto qualcosina come la Supercoppa Italiana l’anno scorso, è pur sempre un trofeo”.

“L’allenatore è un mestiere difficile e devi fare delle scelte, con una squadra nuova è difficile perché devi capire sfumature e dettagli, devi conoscere il calciatore in un contesto, serve tempo e coerenza, è un lavoro diverso ma molto stimolante. Ironia nel calcio di oggi? Ci sono dei calciatori… con tanti stranieri e nuovi è un po’ più difficile quest’anno, ma ci sono giocatori simpatici, Storari su tutti”.