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Milan, Pioli: “L’obiettivo quest’anno è vincere un trofeo, il campionato è ancora lungo. Il rinnovo di Leao? Rafa sta bene con noi”

Dal rinnovo di Leao al ritorno di Ibra, passando per il ricordo di Astori e gli obiettivi stagionali: le parole di Pioli ospite al Club di Sky Sport

A inizio novembre, dopo 15 giornate giocate, il campionato di Serie A si è fermato per far spazio al Mondiale in Qatar. Il Milan di Stefano Pioli è arrivato alla sosta al secondo posto con 33 punti, a meno otto dal Napoli capolista. 

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Questa sera l’allenatore rossonero è ospite al Club su Sky Sport per parlare del Mondiale e della Serie A. Diversi i temi affrontati da Pioli nel corso della trasmissione. 

Milan, le parole di Pioli

Come primo argomento Pioli ha parlato di Giroud, che sta facendo molto bene con la Francia: “Credo che Giroud sia in un grande momento. Era molto carico per questo Mondiale. Sta confermando il giocatore che è, perché lui è un grande giocatore. Sono molto contento per lui e Theo, spero possano far bene. Io credo sia molto più facile allenare giocatori felici e soddisfatti che giocatori delusi. Kjaer ad esempio è tornato deluso“.

Poi, su Giroud ha aggiunto: Mi ha convinto da subito, fin dalle prime videochiamate che ho fatto con lui prima del suo arrivo. Ha fatto bene in tutte le squadre con cui ha giocato ed ero molto contento prima del suo arrivo. È un ragazzo sereno e determinato. È un leader per la squadra”.  

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Pioli ha poi parlato di Leao: “Leao? Ho dato una regola ai giocatori che sono al Mondiale, mi devono chiamare alla fine di ogni partita per dirmi come stanno. Il Portogallo ha una rosa di livello, non entro nel merito dei minuti giocati. Il primo anno l’ho punzecchiato, è vero. Ma in allenamento subito ho capito che giocatore era. Ha una tecnica abbinata a una velocità che in pochi hanno. Gli è servito del tempo per ambientarsi, ma il suo potenziale si è visto da subito”.

Diversi elogi, ma anche alcuni consigli per Leao: Credo debba fare un ultimo salto per poter diventare un campione. Può giocare in vari modi. A volte gli chiediamo di allargarsi, altre di stare più dentro al campo. Può giocare ovunque e può fare tutto. Può diventare più decisivo nell’area avversaria, deve essere più determinato. Lo vorrei vedere di più sul secondo palo, glielo dico sempre. Dovrebbe attaccare di più il secondo palo e fare gol di testa, glielo dico sempre. È ancora giovane ma è disponibile e sono sicuro arriverà a grandissimi livelli”.  

L’allenatore del Milan ha poi parlato del Mondiale: Credo sia un Mondiale di individualità. Rispetto a un Mondiale estivo c’è stato meno tempo per lavorare di squadra, è difficile per un allenatore preparare in una settimana un grande gioco di squadra. A livello tecnico-tattico non ci sono stati grandi squadre, mentre a livello di individualità sì. Forse l’unica eccezione è la Spagna di Luis Enrique, che ha espresso sicuramente il miglior gioco fin qui“.

Preparare il Mondiale in una settimana è stato difficile per gli allenatori e anche per i giocatori: “Noi abbiamo giocato l’ultima partita contro la Fiorentina e ho visto tutti i miei giocatori concentrati. Il Mondiale è il top per un giocatore, è il sogno di tutti. Ambientarsi in una settimana e trovare la giusta concentrazione non deve essere stato facile“.

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Pioli ha poi parlato della ripresa del campionato: “Come sarà riprendere? Per chi ha riposato è stato un bene secondo me, arriveranno a gennaio in buone condizioni fisiche e mentali. Chi gioca il Mondiale non so come arriverà. Sulla carta chi ha meno giocatori al Mondiale è avvantaggiato, però poi si vedrà“.  

 L’allenatore ha poi ricordato Davide Astori: Quello che è successo a Davide ci ha toccato nel profondo. È stato un evento che mi ha fatto crescere e migliorare. Mi ha fatto conoscere situazioni nuove e a comprendere meglio come stare vicino ai miei giocatori. Le esperienze negative della mia carriera mi hanno permesso di migliorare di più. Il colpo che abbiamo subito è stato tremendo. Quando ci siamo trovati al centro sportivo della Fiorentina mi sono sentito di avvicinarmi ai miei giocatori. C’era chi piangeva, chi soffriva, chi sembrava soffrire meno. Con ognuno è servito un rapporto diverso. Non si deve essere amici dei giocatori, ma va creato un legame affettivo con i giocatori, ho capito questo“.

Prima di vincere con il Milan, per Pioli sono arrivati diversi esoneri: All’inizio un esonero lo trovi ingiusto, tranne quello di Palermo. Passato il dolore però poi inizi a ragionare su cosa è successo e questo ti fa capire i tuoi errori. Ogni situazione negativa mi ha fatto ripartire con una consapevolezza maggiore. Quello di Palermo fu un esonero giusto. Venimmo eliminati ai preliminari di Europa League. Non mi ero inserito in quell’ambiente. La squadra aveva perso un mese prima la finale di Coppa Italia e io non ero entrato nella testa dei giocatori. Per lo sciopero salta la prima di campionato, andiamo a Napoli per un’amichevole. Poi arrivo al centro sportivo e vedo tanti giornalisti. I magazzinieri mi salutavano ma io non sapevo nulla. Ho fatto allenamento e poi il Presidente mi ha chiamato. Ci siamo visti e mi ha detto che non aveva buone sensazioni e io gli ho detto che aveva ragione. L’esonero non mi ha fatto male. Lui è stato diretto e con lui ci siamo sentiti anche negli anni successivi. Poi sono andato a Bologna ed è andato molto bene”.  

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Sul possibile arrivo di Rangnick al suo posto: “Quando è uscita la notizia ho avuto il supporto di tutti. A Milanello Gazidis ha detto ii giocatori di non leggere i giornali e di non sentire nulla. Tutti eravamo sotto esame e dovevamo concentrarci solo sul campo. Durante il lockdown ci siamo allenati in videochiamata e poi quando ci siamo ritrovati qualcosa è cambiato. Abbiamo perso la prima partita ma poi è cambiato tutto. Se abbiamo fatto questo percorso è perché tutti hanno dato il loro contributo. Dal primo giorno che sono entrato a Milanello mi sono subito sentito bene e poi il confronto e l’aiuto di Maldini e Massara sono stati fondamentali. Non capita sempre questa cosa. Maldini è a ogni allenamento, questo aiuta ovviamente. Ma è lì non per vedere gli allenamenti, per rapportarsi con tutti. Parla con me, con lo staff, con i giocatori. Ha una grande professionalità, la sua presenza è molto importante”.

Pioli ha parlato anche dell’importanza di Ibra per la crescita del suo Milan: Credo che Zlatan sia stato un fattore determinante, senza voler togliere qualcosa agli altri. In un gruppo così giovane avere una figura così forte è stato importante. Ha capito dove si trovava, era la prima volta che si trovava in una squadra con tanti giovani. Il suo esempio, la sua determinazione, la sua mentalità hanno alzato il livello della squadra. Al primo anno l’allenamento con lui era a un livello, senza di lui a un altro livello. Sono stati bravi i compagni a seguirlo. Poi non solo lui, ci sono altri leader come Kjaer, Giroud, Maignan“. 

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L’allenatore rossonero ha parlato delle partite che lo scorso anno hanno deciso lo scudetto: “L’anno prima eravamo arrivati secondi. Ci siamo ritrovati e ci siamo detti che per migliorare si poteva solo vincere. Ogni partita è stata decisiva perché abbiamo vinto solo per due punti. Il derby e la partita con la Lazio però sono state la svolta“. 

Facendo un passo indietro, Pioli ha spiegato dove è nato il suo Milan: La partita con l’Atalanta fu la svolta. Io, i dirigenti e tutta l’area tecnica abbiamo capito che servivano giocatori diversi per fare quello che volevamo. Le idee sono state la forza del club. Maldini e Massara volevano investire su giovani di prospettiva a prezzi accessibili. È un percorso non immediato, noi siamo stati anche bravi ad affrettare i tempi. Le idee fanno la differenza“.

Pioli ha poi parlato dei suoi modelli e della sua idea di calcio: Ci sono tanti allenatori che mi hanno influenzato. Sicuramente Guardiola, Klopp… Ogni grande allenatore ha una caratteristica in cui è più forte. Per come attaccare gli spazi guardo Guardiola, che è il più forte in questo. Io ho inserito dei video analisti giovani nel mio staff che mi hanno aiutato molto. Poi sicuramente aiuta allenare giocatori disponibili e intelligenti. Calabria e Theo sono stati entusiasti di giocare più dentro al campo e si sono messi a lavorare duramente. Una cosa importante è mettere i giocatori a proprio agio, non chiedergli cose che non sono nelle loro corde. Io a Guardiola ho detto che tutti gli fanno i complimenti per come attacca, io glieli ho fatti come recupera subito palla. Noi stiamo facendo bene sul recupero palla, ma possiamo metterci più energia e più compattezza. Poi dipende anche da quale avversario hai di fronte, però come idea noi non vogliamo far giocare gli avversari“.  

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Sul gioco della sua squadra ha aggiunto: “Quest’anno rispetto alla passata stagione con i mediani stiamo accorciando meno, concediamo il primo passaggio e dobbiamo migliorare in questo. Dobbiamo essere più rapidi ad accorciare. Abbiamo inserito un trequartista più offensivo come De Ketelaere, a volte abbiamo giocato con Rebic e Leao esterni, siamo stati più offensivi. A volte abbiamo forzato la profondità, questo non mi piace molto. Dobbiamo dominare di più le partite palleggiando di più nella metà campo avversaria, questo è sicuramente un obiettivo. La squadra sta crescendo, è normale che a volte si commettano degli errori. Abbiamo la possibilità di migliorare”.

Pioli ha poi sottolineato l’importanza di saper leggere le situazioni di gioco: “Ho guardato City-Brighton perché ho letto che De Zerbi ha fatto una grande partita. De Zerbi ha fatto un grande pressing, il City, che è la squadra che gioca il miglior calcio, è stato costretto a lanciare. Bisogna saper leggere le situazioni. Gli avversari cambiano, bisogna saper leggere le situazioni. In Italia non è semplice giocare contro squadre che ti pressano come Torino e Verona”.

Sui nuovi acquisti e su De Ketelaere Pioli ha sottolineato l’importanza di dar loro tempo: “Sono ragazzi arrivati tre mesi fa. Quest’anno stiamo facendo dei bilanci troppo limitati perché è arrivata questa sosta. Sono arrivati solo da tre mesi. Sono arrivati da campionati diversi, ci siamo allenati poco. De Ketelaere è un centrocampista che deve svariare. È bravo a inserirsi tra difensore e terzino. In Belgio giocava da solo, si muoveva senza collaborare. Ora deve leggere gli spazi occupati dagli altri. Ma sono convinto possa fare bene. Penso a Tonali e Leao, su entrambi ci sono stati grandi dubbi. Dopo l’estate sono tornati e ho detto ‘Cavolo, sono fenomeni’. Forse gli serviva tempo per metabolizzare perché non è facile ricevere tante informazioni”. 

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Grande sorpresa del campionato dell’anno scorso è stato Kalulu: È un bravissimo ragazzo. In campo però ha grande personalità. È maturo e gioca con serenità. Supera l’errore, questa è una grande qualità. Nell’Under 21 francese giocava terzino e centrale. In allenamento l’ho visto più sicuro da centrale che non da terzino. Per questo poi lo abbiamo messo centrale. Kalulu e Tomori sono stati giocatori molto importanti per lo Scudetto. Hanno caratteristiche differenti ma entrambi sono giocatori molto moderni”.

Pioli ha poi parlato del Napoli, della Juventus e del campionato: Il Napoli ha qualità in tutti i giocatori. È una squadra allenata molto bene da un grande allenatore. Contro di loro abbiamo giocato una buona partita, non meritavamo di perdere, ma loro sono stati bravi. A inizio anno una squadra che ha perso tutti quei giocatori non pensavo sarebbe stata subito così competitiva. Stanno giocando un calcio importante. Io sono convinto che il campionato sia ancora molto lungo. Ci sono alcune squadre che possono fare 8-10-11 vittorie di fila. La Juve? Ero stupito quando era indietro sinceramente. La rosa della Juve è tra le migliori del campionato. Hanno fatto una grande risalita e senza giocatori importanti come Chiesa e Di Maria. Il livello del campionato si sta alzando, stanno migliorando le grandi ma anche le altre. Quando vai a giocare a Verona, a Torino, a Sassuolo non è facile”. 

Sui grandi recuperi del Mondiale Pioli ha le idee chiare: Io faccio fatica a capire perché non si arrivi al tempo effettivo, è vero che si gioca poco come ha detto Collina. Ampliare così tanto i minuti di recupero non lo so. Perché tanto di quei 12 minuti quanto si gioca? Io sono per il tempo effettivo e si perderebbe anche meno tempo con i cambi e con gli infortuni. In Italia ci sono troppe perdite di tempo. Anche gli arbitri parlano troppo. Bisogna giocare, poi se ci sono falli si fischia. È inutile dire prima dei corner di non fare fallo. In Italia tutti perdono tempo, forse è un problema culturale”. 

Poi, sugli obiettivi del Milan e sulla sfida in Champions con Conte ha aggiunto: “La partita perfetta non esiste. Forse una partita è perfetta quando i giocatori fanno le scelte giuste. La partita perfetta del mio Milan? Forse quella dell’anno scorso contro l’Atalanta. Il Porto di Conceiçao è la squadra più rognosa che ho affrontato, sono state due partite davvero dure. Contro il Tottenham anche sarà dura, con Conte non è mai facile. Lui è un grandissimo allenatore, dà grande mentalità alla squadra. Loro hanno tanta qualità in avanti, però possiamo fare bene. Il nostro obiettivo per quest’anno è vincere qualcosa, abbiamo quattro trofei da poter vincere e dobbiamo vincere qualcosa. Per avere successo serve al 10% il talento e al 90% il lavoro”.

Infine, sul rinnovo di Leao e sul ritorno di Ibra ha concluso: Due cose sono sicure: la prima è che Leao sta bene con noi e la seconda è che la società e Leao stanno parlando. Io voglio bene a Rafa, io credo che il suo percorso con noi non sia concluso. Stiamo bene insieme. Ibra sta facendo di tutto per tornare. Gennaio sarà un mese importante”.