Milan, Gattuso: “Non mi sono piaciute le parole di Bonucci. Contratto? O siamo convinti entrambi o attendiamo: ora non è una priorità”
Un’importante fetta dell’Europa che conta da giocarsi ed una stracittadina, in programma ad un mese di distanza dalla giornata rinviata per la tragica scomparsa di Davide Astori, come probabile spartiacque di un rush finale di campionato da vivere a mille all’ora. Rino Gattuso e il Milan sono pronti a giocarsi il tutto per tutto, nel tentativo della clamorosa rincorsa al 4° posto valido per un ingresso in Champions League, in un Derby della Madonnina contro l’Inter più intenso e sentito che mai: l’allenatore rossonero, intervenuto in conferenza stampa a Milanello, ha parlato così della sfida che attenderà i suoi, reduci dall’ottima (seppur persa) gara disputata a Torino contro la Juventus: “L’Inter nelle ultime settimane è cambiata – ha detto Gattuso -, affrontiamo una squadra in salute. Anche noi lo siamo, con la Juve abbiamo fatto una grandissima partita e domani ci giocheremo qualcosa di importante: mesi fa era impensabile riflettere sulla Champions, ora abbiamo ancora qualche speranza. Dovremo essere bravi noi a fare entusiasmare il pubblico, già il fatto che lo stadio sia pieno è motivo di orgoglio: in questo periodo si respira un’altra aria. Brucia perdere come abbiamo perso con la Juve, ma dobbiamo ancora migliorare in certi aspetti, senza mai mollare e giocando con il coltello tra i denti. Domani bisogna fare attenzione sulle emozioni, sapendo cosa si deve fare: nelle ultime 3-4 partite l’Inter sta palleggiando molto bene e ha qualità, non dobbiamo dargli campo perché sono molto bravi. Dobbiamo fare una grandissima partita sia a livello tecnico che a livello tattico”.
Sulle parole di Bonucci, poi: “Deve fare il calciatore e il capitano, c’è una società che fa il mercato: quando giocavo io i calciatori li sceglieva il club. Non mi sono piaciute nemmeno tantissimo le parole di Leo, a fine anno tireremo le somme: giocare un buon calcio non basta, lo abbiamo toccato con mano a Londra e a Torino. Sanno che tipo di mentalità mi piace: ho parlato con Çalhanoglu, l’errore non è solo suo sul gol a Torino. Bisogna rincorrere, andare in campo con una sola testa e con una mentalità sola. Dobbiamo prepararla bene, con furore agonistico: se giochiamo come sappiamo possiamo mettere in difficoltà l’Inter”.
Sul contratto: “Non è un problema, se n’è parlato e se ne sta parlando: a me è stata data una grande possibilità, la società mi ha messo a disposizione una squadra competitiva. Il problema del Milan non voglio essere io, non mi piace stare a perdere tempo quando c’è un lavoro da finire: o siamo sicuri tutti, da tutte le parti, o si finisce il lavoro e si aspetta. Io convinto? Sono nato convinto: non mi sento solo l’allenatore di questa squadra, sento pressione, sono il primo capo ultrà, sono il presidente. Non voglio che le energie si perdano sul contratto: a casa mia si dice che quando parli due volte già è troppo”.
“Vedremo il solito Milan, che ama costruire dal basso e fare il suo gioco: loro hanno molta tecnica e ribaltano l’azione con velocità. Vedrete lo stesso Milan di 2/3 mesi: domani gioca Montolivo. Un Bonucci alla Desailly? Rispondo con il sorriso…In questo momento non possiamo fare esperimenti. Facciamo le cose migliori quando siamo compatti, cominciamo a perdere distanze quando non abbiamo il raddoppio sugli esterni, per questo ora vado alla ricerca della compattezza e della solidità. Bonaventura? Ho visto che è stato massacrato, per noi è importantissimo. Vedo un giocatore che vi ha abituato troppo bene, spero domani possa fare già bene”
“Possibilità di 4-4-2? Non dico nulla…Dovete venire anche voi a vedere gli allenamenti sugli alberi, devo mettere pressione anche io agli altri: faccio anche l’assicurazione se volete…Non ho visto belle facce domenica, ma son contento così: le sconfitte devono bruciare. Abbiamo tanti giovani, queste partite (come contro la Juve) ti possono cambiare la carriera, dare indicazioni incredibili: non ci dobbiamo accontentare ma crescere, per diventare campioni bisogna portare a casa queste partite, facendo un salto in avanti in più. Le occasioni capitate sono arrivate grazie alla tecnica dei giocatori, dobbiamo ragionare in modo diverso, alzare la qualità e non giocare con il braccino corto. L’attaccante? Domani lo vedrete…Domani non possiamo giocare in modo rabbioso, non è nel nostro: dobbiamo capire bene le caratteristiche degli avversari, poi la rabbia esce. Ma la priorità è giocare corti, questo fa la differenza ora. André Silva per me con la Juve ha fatto una grandissima partita, poteva fare gol sulla palla di testa, attaccando con veemenza su quella palla in area, ma ha tenuto botta, fatto fatica e tenuto la squadra. Domani farò un’altra scelta, o giocherà André Silva o vedremo chi sarà più adatto in base alla qualità della difesa dell’Inter. Su Cutrone mi aspetto giochi meglio tecnicamente, altrimenti stiamo in affanno: lui lo sa, ci stiamo lavorando ed ha una passione e voglia incredibile, sa di dover migliorare. Non voglio, in più, vengano strumentalizzate le parole di Bonucci: sono parole che ci stanno, ma in questo momento essendoci una società e uno staff è meglio mettere i puntini sulle i. Ad avercene di gente come Leo in squadra”.
“Temere la posizione di Rafinha? Dobbiamo essere bravi a non far passare quei palloni centralmente, come successo con Juventus e Arsenal. L’Inter ultimamente gioca con gli esterni sempre più dentro il campo. Tra me e Spalletti non c’è paragone e non c’è partita, 10 a 0 per lui e palla al centro: per me è un onore affrontarlo. Ma domani sarà Milan-Inter, non Gattuso-Spalletti”.