Milan, Gattuso: “Dobbiamo riuscire a dare il colpo del K.O.. Locatelli resta, A.Silva anche: devo avere il coraggio di buttarlo nella mischia”
La sfida di Cagliari come chance di mantenere il ruolino positivo intrapreso pre sosta, con il successo sull’Inter in Coppa Italia, il pari di Firenze e la vittoria sul Crotone a dare morale ad una squadra protagonista di un girone d’andata decisamente negativo. Il Milan di Gennaro Gattuso vola verso la trasferta della Sardegna Arena alla ricerca della continuità, termine pressoché sconosciuto ai rossoneri in questa prima parte di stagione, per una sfida che l’allenatore ha presentato così oggi in conferenza stampa a Milanello.
“Abbiamo il dovere di riprendere da dove abbiamo finito, abbiamo lavorato bene e siamo molto contenti della professionalità, ma non avevamo dubbi. Questo è un mestiere bellissimo, peccato che poi domenica c’è la partita…(ride). La squadra mi è piaciuta molto nell’ultimo periodo. Il Cagliari quando riparte fa male, ha giocatori tecnici e interessanti, bisogna fare una grande partita anche a livello fisico, è una squadra difficile da affrontare: non è un caso che abbia fatto bene a Bergamo e anche contro la Juventus”.
“Biglia? Non mi piace parlare dei singoli, mancherei di rispetto a Montolivo e Locatelli. Tutti sono importanti, avremo 11 gare in 43 giorni, poi dovremo farci trovare pronti. Non scopro io il valore di Biglia, è titolare in Nazionale e questo la dice lunga…”.
“Avevamo bisogno, e si è visto anche negli ultimi test fatti, di vedere come la squadra sia tornata: aveva bisogno di riposo mentale e fisico, sarebbe stato meglio fossimo stati insieme, è giusto che abbiano riposato. Servirà un Milan capace di battere colpo su colpo, il Cagliari ha caratteristiche precise e ciò che fa lo fa bene e con veemenza, servirà una grande partita per portarla a casa”.
“André Silva sta bene, ha una voglia incredibile di lavorare, la più grande responsabilità è la mia nel dargli fiducia: su qualche aspetto deve migliorare ma mette grande voglia e professionalità, è giovane, lo hanno richiesto in tanti e non è un caso che la società non abbia voluto farlo muovere. Il fatto che io rimanga qui non è la mia priorità, devo fare il massimo, vincere e convincere, ma oggi non è la mia priorità. Il tempo lo dirà, oggi non vado a dormire con il pensiero di restare o meno, spero di far rendere al massimo la squadra. Dopo il Milan può anche essere che vada a Gallarate ad allenare la Berretti, io sono fatto così…vedremo, da parte mia non c’è nessun calcolo e lo dico perché lo credo, non sono frasi di circostanza”.
“Io sono contentissimo di lavorare con questa squadra, so il valore di questa squadra, lo tocco con mano: li conosco, sono da due mesi con loro e ne conosco pregi e difetti. Perché cambiare tanto per cambiare? Nei momenti di difficoltà si era parlato di rinforzi con la società, ma ho sempre detto che stiamo bene così. Il mercato è un po’ impazzito, i prezzi sono molto alti: le società che si possono permettere giovani giocatori interessanti hanno più possibilità di arrivarci”.
“La cosa che mi ha reso più orgoglioso di questa squadra è la professionalità, credevo di andare muso a muso con qualche giocatore ma non è stato così: pensavo che tra “giovani” qualcuno potesse giocarci con la mia età, ma sono rimasto molto sorpreso da tutte le componenti di Milanello. Le parole di Montolivo e il paragone sull’equilibrio con Allegri? Nei primi anni ero molto più scontroso, poi negli ultimi anni di esperienza, con gente matura, mi ha portato a capire, ragionare, vedere anche temperatura è il termometro dello spogliatoio. C’è un abisso tra me e Max su gestione e tranquillità”.
“Dobbiamo alzare l’asticella, riuscire a giocare con la stessa mentalità sia in casa che fuori: a Benevento abbiamo pareggiato una partita strana, ciò che dobbiamo migliorare è riuscire a giocare da squadra. In questo momento stiamo creando tanto: vedere Suso che rincorre gli avversari in transizione difensiva mi ha fatto piacere, per noi dev’essere però normale tutto questo”.
“Quando vado ad analizzare, vedo la squadra cambiata dal punto di vista mentale, da come tiene il campo, ma non basta: questa è una squadra che ha più tenuta ma dobbiamo migliorare nel post errore commesso, son contento di quello che stiamo facendo. Bisogna finalizzare di più, sappiamo di dover migliorare in questo ma è il percorso che stiamo facendo: spero che non succeda il perdere giocatori per strada, anche per come abbiamo buttato giù la preparazione, senza grandi carichi. Gli attaccanti? I nostri numeri li conosco bene, stiamo facendo anche qualcosa a livello personale per migliorare: è anche una questione mentale sui giocatori, spero di continuare a creare tanto e che qualcuno si sblocchi, è una questione mentale”.
“Locatelli? È venuto da me una settimana prima della sosta, per me deve rimanere, è un ‘98 e ha grandissimi margini di miglioramento: contro l’Inter ha giocato, Locatelli deve interpretare il ruolo della mezz’ala con qualche concetto più corretto. Si deve fare trovare pronto ed è giusto rimanga qua, penso che sia giusto lui se la giochi qui. Gómez? Ha preso una ginocchiata ieri in allenamento e i dottori hanno preferito non rischiarlo”.
“L’undici base? Per me la settimana è importante. Voglio vedere intensità da tutti gli interpreti, giocatori che fanno fatica durante la settimana. Non è corretto che l’undici titolare sia quello”.
“Il ritiro di Ronaldinho? E’ un ragazzo che si faceva voler bene da tutti, un campione fortissimo, uno dei dieci giocatori più forti al mondo. Aveva la dote di farsi amare, non l’ho mai visto arrabbiato, sempre col sorriso. Questo è Ronaldinho, chapeau per tutto quello che ha fatto. Quando ci ho giocato contro ho beccato quattro/cinque elastici. Una volta in tournée chiesi il cambio perché non me l’ha fatta mai vedere”.