Mignani: “Siena sarà sempre speciale, ma a Olbia sono felice. Sampdoria? Il ricordo mi fa venire i brividi”
Promozione in Lega Pro al primo colpo, zona play-off e tanti giovani lanciati in prima squadra: non male per il primo anno da allenatore dei “grandi”. Scelta felice quella dell’Olbia, che ha affidato al giovane genovese Michele Mignani il suo ambizioso progetto, quello di dare un’opportunità di crescita a tanti ragazzi, meglio se sardi. Diversi tifosi della Sampdoria lo conoscono bene, Mignani faceva parte della rosa dello scudetto del ’91 e si levò pure la soddisfazione di giocare con la maglia della sua squadra del cuore. Ma la Samp non è l’unica ex… A Siena l’allenatore dei bianchi ha lasciato un pezzo di cuore. Quattordici anni tra campo e panchina, in quella piccola arena, l’Artemio Franchi, “espugnata” domenica scorsa, dopo averlo visto per anni protagonista di tante battaglie.
“E’ stata una grandissima emozione” – racconta Mignani ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “Siena per me ha più di un significato. Sono stato un giocatore dei bianconeri per 10 anni, è il posto dove vivo e dove sono nati miei figli e dove ho iniziato la carriera da allenatore. Penso che basti a spiegare il legame speciale che c’è con le persone e la città (ride). Ricordo indimenticabile? Il 24 maggio del 2003, la notte del Ferraris, quando battendo per 3 a 1 il Genoa conquistammo la matematica promozione in serie A, la prima, storica per i bianconeri. Beretta? Provo grandissimo affetto per lui come persona e stima da un punto di vista professionale. Mi ha avuto come giocatore e mi ha aiutato a crescere come allenatore. Beretta mi ha portato con se a Latina dopo l’esperienza assieme a Siena e poi ha fatto il mio nome ai dirigenti dell’Olbia quando dovevano scegliere l’allenatore. Ha avuto fiducia in me, non posso che essergli grato”.
L’Olbia sta disputando un ottimo campionato e senza i k.o. in casa sarebbe tra le primissime. A questo punto si può sognare? “L’obiettivo che dobbiamo porci è la salvezza tranquilla. Poi di settimana in settimana cerchiamo di trarre il massimo profitto possibile. Abbiamo diversi giocatori esordienti e siamo una neo promossa. Non possiamo fare altro che allenarci intensamente in settimana e dare il massimo nelle partite. Poi vedremo cosa saremo stati in grado di fare. Considerando i valori espressi forse l’Alessandria è la squadra da battere. Ha giocatori di categoria superiore, come Gonzalez, ha ottimi difensori e ha un allenatore esperto, che bada al sodo. E’ difficile da affrontare per chiunque”.
Alle imprese l’ex Samp è già abituato. A 19 anni esordiva nella squadra del cuore e fu subito scudetto. Lungo sospiro di Mignani: “Che dire… brividi al solo pensiero. Io, sampdoriano fin da piccolo, ho avuto la fortuna di allenarmi da aggregato con i miei idoli, Vialli, Mancini, Cerezo, Vierchowod, Dossena, Pagliuca: un sogno ad occhi aperti. Era una squadra di campioni fantastici. Mancini e Vialli imprendibili in allenamento, una delle coppie più forti viste in serie A. Ho toccato il cielo con un dito quell’anno. Boskov? Quando sei ragazzino pensi solo ad allenarti e a rendere al meglio, ti concentri su te stesso. Non si dà grande peso alle metodiche di allenamento a esercizi particolari o cose del genere. Ho invece il ricordo di una persona molto simpatica e carismatica: Boskov a suo modo è stato un personaggio unico”
L’anno scorso la promozione è arrivata dopo una rimonta durata sei mesi. Se lo aspettava? “C’erano tutti i presupposti. Noi abbiamo festeggiato la vittoria dei play-off ed è stato bellissimo vedere che sei mesi di lavoro intenso e sacrifici sono stati ripagati. Abbiamo fatto una cavalcata fantastica, una rimonta difficile che ha premiato tutti, società, staff, giocatori, pubblico, non solo me. E condividere una gioia è sempre più bello. E’ un progetto che nasce per cercare di valorizzare i giovani, attraverso una struttura progettata nei minimi particolari, che gli permette una crescita a 360 gradi. Lo trovo un progetto interessantissimo, completo e mi auguro che abbia la possibilità di andare avanti negli anni. Abbiamo diversi ragazzi bravi e a me dispiace fare un solo nome, perché poi faresti un torto agli altri. Mettiamola così, quelli che stanno giocando di più sono quelli leggermente più pronti”.
Si aspettava che tre protagonisti della seria A come Cossu, Pisano e Ragatzu accettassero l’Olbia? “Non sono stupito. Sono ragazzi molto umili. Dei tre quello che ha più esperienza e più nome è sicuramente Andrea Cossu che ci ha scelto già in serie D ed è venuto a darci una mano senza problemi, con lo spirito giusto. Pisano è un ragazzo che secondo me ha ancora tanti anni tra i professionisti davanti a se ed è arrivato a Olbia con una grande voglia di riscatto. Ragatzu, invece, è ancora giovane, è un ’91 e ha un mondo davanti che probabilmente non ha conosciuto del tutto. Ha avuto una flessione nella sua carriera anche a causa di alcuni infortuni. Adesso deve cercare di rendere al meglio per provare a rientrare in quelle categorie che sono più consone per lui”. Come si trova in Sardegna? “E’ una regione meravigliosa, sia nelle coste che all’interno. L’avevo conosciuta solo durante le vacanze in maniera un po’ superficiale e nell’ultimo anno sono rimasto colpito dalla sua bellezza. I sardi sono gente di cuore, generosa, che se riesci a dimostrare qualcosa ti danno tutto, ti aprono le porte di casa”.
L’obiettivo di Michele Mignani? “Il mio obiettivo è… cercare di allenare. Sono un allenatore giovane, che ha fatto solo un inizio di esperienza negli ultimi anni. Mi piacerebbe crescere, migliorare e avere la possibilità di continuare a fare l’allenatore, se lo meriterò”. Come inizio non c’è male…