Mido, 37 giorni dopo è già esonero! Il primo faraone di Roma, cresciuto con Ibra… a tutta velocità
Trentasette giorni da allenatore, poi l’esonero. “Ibrahimovic e Mido si sfidavano in folli corse notturne sull’anello della A10 attorno ad Amsterdam: Zlatan aveva una Mercedes SL AMG, Mido alternava Ferrari e BMW Z8”. Per capire il personaggio, basterebbe questo stralcio dell’autobiografia di Van Der Meyde, compagno della ‘strana coppia’ ai tempi dell’Ajax. Allacciate le cinture, benvenuti nel ‘pazzo’ mondo di Abdelamid Hossam Ahmed Hussein, semplicemente Mido.
Carattere difficile, irascibile, un vero e proprio bad boy ma che col pallone ci sapeva fare, tanto che dopo un anno allo Zamalek, club de Il Cairo, viene notato dal calcio europeo, valigie pronte e trasferimento allo Gent. Una stagione, poi l’Ajax. Gare d’auto clandestine con Ibra e vita notturna non proprio da professionista che si riflette sui suoi comportamenti in campo e nello spogliatoio. Litiga con avversari e compagni, chiede di essere ceduto, urla, da’ dei perdenti a tutti e nella foga esagera e lancia un paio di forbici che sfiorano Zlatan.
“Mido è come me, ma peggio”, dirà poi Ibra. Via dall’Ajax, Mido passa al Celta Vigo poi al l’Olympique Marsiglia prima di approdare in Serie A, proprio insieme a Ibrahimovic ma in squadre diverse. Lo svedese alla Juve, mentre Mido diventa il primo egiziano a vestire la maglia della Roma. Non proprio un Faraone in giallorosso, la media gol di uno ogni due partite è un lontano ricordo di quando nonostante gli eccessi era decisivo in campo.
Una meteora della prima Roma di Spalletti (che ora si gode altri due egiziani, Salah ed El Shaarawy) e da qui l’inizio del suo declino fino al precoce ritiro dal calcio giocato dopo le parentesi da girovago della Premier League tra Tottenham, Middlesbrough, Wigan, West Ham e Barnsley, il ritorno allo Zamalek e prima ancora all’Ajax. A soli 30 anni appende gli scarpini al chiodo e nel 2014 accetta di tornare a casa, ancora allo Zamalek ma questa volta in veste di allenatore. Adesso anche questa avventura è terminata, a trentasette giorni dal suo inizio, con l’esonero dopo la sconfitta sconfitta contro l’Al Ahly. “Ho fallito – il suo commento via Twitter – ma sono stato sincero dal primo all’ultimo giorno” e conoscendo il carattere ci crediamo. Come Ibra, ma peggio. La storia di un attaccante, per niente ‘re’ Mido: capace di gettare via il suo talento, anziché tramutarlo in oro.