Messi e i suoi fratelli: i campioni che hanno detto addio alla nazionale in momenti difficili
Un addio che fa rumore, ma che soprattutto fa male. La maglia della nazionale va amata, sentita propria sopratutto nei momenti difficili: i grandi campioni devono esserne esempio. Invece non sempre accade così: c’è chi, come Leo Messi, ha preferito voltare le spalle al proprio popolo in seguito a momenti bui. Ma l’argentino è davvero in buona compagnia.
In ordine di tempo, rimanendo sempre in Sudamerica, si può citare Garrincha: l’esterno brasiliano eroe della Seleçao insieme a Pelè nei Mondiali del 1958 e 1962, si presentò in Inghilterra nel 1966 fuori forma, appesantito. Giocò una sola partita del girone, contro la Bulgaria dove segnó su punizione, dopochè annunció il ritiro non appena il Brasile fu sconfitto dal Portogallo ed eliminato dal girone.
Nella Coppa del Mondo successiva, quella del 1970, fu il turno di Sir Bobby Charlton: la nazionale dei tre leoni stava vincendo per 2-1 contro la Germania dell’Ovest nei quarti di finale e Alf Ramsey, dando per scontata la vittoria, decise di sostituire l’ex bandiera dei Red Devils con Colin Bell per concedergli maggior riposo in vista della semifinale. Accadde l’inverosimile: pareggio della Germania e gol vittoria di Gerd Muller nei supplementari. Bobby non la prese bene, tanto da ritirarsi dalla Nazionale alla fine della spedizione.
Rimaniamo in Inghilterra, ecco un altro caso: Bobby Moore. L’ex difensore inglese terminò la propria carriera in nazionale dopo 108 presenze, superando proprio Charlton. Nelle qualificazioni al Mondiale del 1974 fu uno dei maggiori responsabili dell’eliminazione dell’Inghilterra, a causa di due errori clamorosi contro la Polonia. L’ultima apparizione con la maglia della Nazionale avvenne nel novembre 1973 nella storica amichevole contro l’Italia vinta dagli azzurri per 1 a 0 con gol di Capello.
Nuovo giro, nuovo…inglese! È il turno di Gary Lineker, tornato alla ribalta negli ultimi tempi per la famosa scommessa in caso di titolo al Leicester di Ranieri: l’Inghilterra venne sconfitta dalla Svezia negli Europei del 1992 dicendo addio al torneo già nella prima fase e lui salutó. In quel match Lineker non prese affatto bene la sostituzione con Alan Smith.
Cambiamo nazione e continente, tornando in Argentina. Chi non ricorda l’addio di Maradona alla Seleccion? Mondiale del 1994, in un test antidoping “D10S” fu trovato positivo all’efedrina e squalificato dai Mondiali, che si conclusero agli ottavi per l’Argentina. Da un albiceleste ad un altro: Gabriel Batistuta. L’ex viola annunció prima dell’inizio del Mondiale del 2002 che al termine della competizione avrebbe abbandonato la Nazionale, sperando magari di sollevare il trofeo, invece l’Argentina si rivelò come grande flop della competizione venendo eliminata addirittura ai gironi.
Ecco, poi, due italiani, entrambi rossoneri: Franco Baresi e Paolo Maldini. Il primo dopo aver fallito insieme a Baggio il rigore contro il Brasile ad USA 94, salutó gli Azzurri al termine della gara di qualificazioni per Euro95 nel ’94 contro la Slovenia; il secondo, capitano della Nazionale per 8 anni, fu vicecampione del mondo nel ’94 e vicecampione d’Europa nel 2000, ma dopochè l’Italia venne eliminata dalla Corea del Sud nel 2002 decise definitivamente di concludere la propria avventura in maglia azzurra.
E’ il turno di Zidane, che abbandonó i Blues dopo la sconfitta proprio contro l’Italia nella finale dei Mondiali del 2006, dove fu protagonista della famosa testata a Materazzi che gli costó l’espulsione alla sua ultima apparizione. Infine, ultimo ma non per importanza, Raul Gonzalez Blanco: nel 2006 la sua ultima apparizione con le Furie Rosse durante un match di qualificazione per Euro2008 contro il Nord Irlanda, in cui la Spagna perse per 3-2. Ebbe la sfortuna di dire addio alla Nazionale appena prima che la Spagna si apprestasse a vincere un Mondiale e due Europei di fila, tuttavia consolandosi come secondo miglior marcatore di sempre della storia delle Furie Rosse (44), al seguito di Villa. Storie di addii che hanno fatto rumore, di campioni che spesso non hanno saputo reggere sulle proprie spalle il peso di un intero popolo.
A cura di Alberto Trovamala