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Mertens, l’oro di Napoli. Gol e prima nomination per il Ballon D’Or: ma non chiamatelo Diego…

I complimenti si sprecano, gli applausi non si esauriscono mai. Per una standing ovation che parte dal San Paolo e unisce tutti gli amanti del pallone. Incantati da un estro e da un’eleganza senza pari. L’unico rischio? Soffocare la bellezza di così tanto talento con parole riduttive. “Parliamo di un grande giocatore, fa cose incredibili”, se bastano gli elogi odierni di Ronaldinho. ‘Fenomeno’: di sicuro, così, si riesce a dare la misura del giocatore. Nome? Dries Mertens. Anche se a e per Napoli, ormai, è Ciro. Da oggi, poi, ancor di più tra i maestri del pallone. Insieme a Messi e Cristiano Ronaldo, c’è anche il belga nella lista dei 30 candidati per il Pallone d’Oro. Per la prima volta, supportato da 34 ottime ragioni. Come i gol messi a segno nella scorsa stagione in 46 partite ufficiali. In Serie A, nel 2017 nessuno ha fatto meglio di lui. Ben 24 marcature, destinate ad aumentare nella prossime settimane. L’unico rimpianto? “Averlo scoperto prima punta solo a 30 anni”, come disse Sarri.

Un figlio di Napoli, adottato dalla ‘sua’ gente per quel sorriso sempre stampato sulla faccia e numeri da campione. Tecnica, cinismo e un pizzico di magia. Ingredienti semplici di una ricetta perfetta. L’inizio da esterno, poi la trasformazione a prima punta spietata. Una macchina da gol inarrestabile, capace di segnare in ogni modo. Anche alla Maradona. Minuto 59’ di un Lazio-Napoli qualsiasi, pallonetto a giro a due passi dalla linea del fallo laterale e… chapeau! “Io sono Dries e voglio restare con i piedi per terra ed aiutare la squadra”. Nessun paragone, dunque. Vietato chiamarlo Diego. Ma sono in molti a rivedere nel folletto belga le movenze dell’argentino. Con il comun denominatore che è anche (e soprattutto) l’amore viscerale per la città. “A me piace vivere questa città e conoscere la gente di qua. Ci sono tante cose che mi piacciono, sono qui da cinque anni qui. Mi piace il mare, il caffè, tutto”. Innamorato perso, napoletano doc.

In campo? Rifinitore e finalizzatore. Con un record già messo in tasca: decimo nella classifica dei bomber più prolifici con la maglia azzurra. In casa, invece, marito amorevole e figlio modello. Con una passione impagabile per gli animali. Nei canili del posto lo conoscono tutti, quando serve è il primo a mettere mano al portafoglio e ad aiutare i piccoli cuccioli. Per la sua Juliette ha perfino inventato un’esultanza. Posizione a quattro zampe, gamba alzata e bandierina… dove fare la pipì. Reminiscenze di un Roma-Napoli che sabato tornerà vivido. Sempre all’Olimpico, per l’ennesima sfida dal sapore scudetto. Quello che nessuno vuole nominare, ma che tutti vorrebbero rivedere in città. “Tutti abbiamo deciso di rimanere al Napoli per provare a vincere qualcosa, stiamo giocando un grande calcio e sono felice di farne parte”, dichiarava nei giorni scorsi mettendo da parte la scaramanzia. Contro Dzeko, poi, una sfida dal fascino particolare. Con l’antipasto servito con una settimana di anticipo, in quel folle Bosnia-Belgio portato a casa proprio dal classe ’87. E che, da oggi, si giocherà anche in Francia. Ma mica con un.. Ballon D’Or!!