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Mertens, il centravanti (da record) che non ti aspetti

Altro che falso nueve! Dalla necessità, alla virtù: Dries Mertens si riscopre centravanti e cala il poker col Torino. Il Napoli festeggia e si congeda così dal San Paolo, in un 2016 da ricordare. In crescendo, il finale dell’anno degli azzurri, che si rilanciano con convinzione in classifica sospinti dalle reti del belga.

Piccolo grande uomo, capace di diventare il re dell’area di rigore. Opportunista, freddo dal dischetto, dotato anche della tecnica giusta per scavalcare Hart con un delizioso pallonetto. Quattro gol in tutto, un poker che in campionato mancava dal gennaio 2014, quando Domenico Berardi condannò il Milan e si consacrò al calcio italiano. Nella storia del Napoli, l’ultimo fu Cavani, preceduto da Jeppson (nel ’53 in Napoli-Atalanta), Vinicio (nel ’55 in Napoli-Palermo) e Savoldi (nel ’77 contro il Foggia) : una serata folle da mostro di Europa League in cui il Matador firmò la rimonta, culminata con un gol strepitoso nei minuti conclusivi, contro il Dnipro. Nessuno come Mertens, invece, nell’arco di due partite: mai nessun calciatore del Napoli era riuscito a segnare sette reti in due gare consecutive, con il belga capace di far persino meglio di Pietro Anastasi, autore nel 1974 di due triplette in 180 minuti.

14 dietro la maglia, 14 in stagione. Riscrive già i propri record di fine anno, Dries, che nella sua esperienza napoletana non era mai stato così prolifico. Si era fermato a 13, al suo primo anno in azzurro e giunti al mese di dicembre ha già saputo fare di meglio. In campionato sono 10, proprio come Gonzalo Higuain, di cui adesso s’è trovato a raccogliere il testimone con Milik ancora degente. Maurizio Sarri si affiderà ancora all’ex PSV, giovedì, contro la Fiorentina: e attenzione, perchè al Franchi c’è solo spazio per bei ricordi…

A Firenze, infatti, Mertens segnò proprio la sua prima rete con la maglia del Napoli. Il miglior auspicio possibile, per concludere un anno super, al punto da sollevare qualche dubbio sulla questione centravanti: ne serve realmente uno? Gli azzurri ne stanno scoprendo uno poco convenzionale, chiuso in soli 169 centimetri d’altezza. Tanto fuori dagli schemi classici, quanto attualmente perfetto per quelli del Napoli. Dopotutto, “Quando un giocatore è forte, può giocare dappertutto”: parola di Maurizio Sarri. Che può ora godersi il suo “grandissimo” Dries Mertens.