Maturità 2016, anzi… Euro 2016: Croazia-Portogallo, questa notte è ancora vostra
I candidati, Croazia e Portogallo, svolgano le tracce assegnate senza andare fuori tema. La prova comincerà alle 21:00, si svolgerà allo Stade Félix Bollaert di Lens e durerà 90 minuti, ma è possibile un’eventuale proroga di 30 minuti supplementari. L’inizio della prova sarà sancito da un fischio del presidente di commissione, la fine invece da un triplice fischio dello stesso.
TRACCIA n.1
Tema: Perché tu, Croazia, puoi finalmente diventare una grande del calcio europeo e non essere più ricordata soltanto per l’impresa sfiorata a Francia ’98. Suker, Boban, Stanic, Jarni, Prosinecki: per carità, generazione di fenomeni. Eppure tu, Croazia 2016, hai tra le tue fila tanti Campioni d’Europa con i loro club, giocatori talentuosi, forti fisicamente e cattivi, laddove per cattiveria si intende non la malvagità, ma voglia, sudore, ogni tanto anche una gamba magari lasciata lì, ma non per fare male. Mandzukic, Rakitic, Modric, Srna, Perisic, Brozovic, Corluka, il difensore che dopo essersi spaccato la testa ha deciso di indossare una calottina da pallanuoto. Complice un po’ di fortuna, ma soprattutto grazie al merito, sei finita nella parte “debole” del tabellone. E però la fortuna è durata meno di un amen, perché nonostante questo hai beccato un pessimo avversario, oggi tuo compagno di banco in questo esame di maturità. Cara Croazia, oggi è il 25 giugno e non è una data come le altre. 25 anni fa nascevi, Republika Hrvatska, oggi è un giorno di festa, da Spalato a Zagabria, da Fiume a Osijek. E se 25 anni per un individuo sono un po’ troppi per sostenere l’esame di maturità, non lo sono per una nazione così giovane, che si identifica in quegli scacchi biancorossi e in quei cognomi quasi tutti col suffisso -ic. C’è un professore strano a guidarti e a suggerirti, magari passando sottobanco un fogliettino di nascosto dalla commissione: Ante Cacic è subentrato a Kovac nel settembre 2015, una nomina accolta senza entusiasmo. Lo chiamano il saggio: in fondo ogni professore un po’ lo è. Ha a che fare con una classe dal potenziale ancora da scoprire. “Signora, suo figlio è bravo e intelligente, ma non si applica abbastanza”. Quante volte è stata pronunciata questa frase. C’è un momento però, lo si può identificare nel rigore parato da Subasic a Ramos o nella corsa palla al piede di Perisic, in cui la classe, forse, ha capito. Basta scherzare, da discoli ad alunni modello, c’è un esame da affrontare. Penna in mano, pardon, palla al piede: questa notte può essere ancora nostra.
TRACCIA n.2
Tema: Perché tu Portogallo, puoi finalmente scrollarti di dosso l’eterna fama di promessa e di squadra incompiuta, dimenticare quell’Europeo casalingo finito nel peggiore dei modi e regalare al tuo giocatore più rappresentativo la definitiva consacrazione anche a livello di nazionale. Sono passati quasi 12 anni da quel 4 luglio 2004 a Lisbona: tu, che in passato ti sei spinto oltreoceano con le tue navi, per conquistare nuovi mondi, non sei riuscito a conquistare l’Europa in casa tua. Uno dei reduci di quell’undici titolare oggi è il fenomeno in maglia numero 7: era ancora un ragazzino, quella sera pianse. Adesso è cresciuto e l’Europa se l’è già presa con altre due maglie addosso, ma non con quella del paese in cui è nato. Ora però è tempo di andare oltre, come Cristoforo Colombo, italiano sì, ma che prima di partire per il viaggio che ha cambiato il mondo si era fermato a Madeira per parlare con i marinai, per capire quale fosse il loro concetto di oltre. Funchal, Madeira, Manchester, Madrid: una nuova tappa ti attende, Cristiano. Non sei solo però, con te una ciurma di giovani e meno giovani che dopo aver rischiato di infrangersi contro un girone simil-iceberg (duro e pericoloso senza farlo vedere, forse è un caso ci fosse l’Islanda), adesso è pronta per ripartire. Il prezzo da pagare per il misero terzo posto è affrontare il peggior avversario di quella parte di tabellone. Ma forse serviva questo, uno stimolo, una meta, un mare in tempesta, un nuovo mondo come viatico per la maturità. Tu, Portogallo, sei molto più vecchio della Croazia, non hai giustificazioni: basta rimpianti, basta con la malinconia accompagnata dal canto del fado, che in portoghese significa destino. E forse è proprio questo diventare maturi: essere capaci di scrivere il proprio destino. E’ il momento di salpare.
Post scriptum: soltanto uno dei due candidati supererà l’esame. L’altro verrà bocciato e potrà ripetere l’esame tra due anni, in Russia. Ma lì non ci sarà l’Europa in palio. Adesso sì, potete incominciare!