Alla scoperta di Mathias De Wolf, stella del Bruges al Viareggio
Numero dieci sulle spalle, una passione per Messi e Iniesta. Tre gol segnati al Torneo di Viareggio, poi la chiamata del Belgio e l’eliminazione dei compagni per mano del Bologna. Alla scoperta di Mathias De Wolf
Alla fine i rivali hanno fatto meglio. Il Bruges non è riuscito ad imitare l'Anderlecht, che nel 2013 vinse il Torneo di Viareggio strapazzando in finale il Milan di Petagna e Cristante. Il cammino si è interrotto in semifinale, il Bologna la squadra che ha scritto la parola fine. Un incubo i rossoblù: due partite e altrettante sconfitte. Una piccola maledizione all'italiana, che ha costretto la squadra belga a salutare Lido di Camaiore e a fare ritorno a casa. Un po' a sopresa, perché il 3-0 all'Inter campione in carica aveva già fatto stappare qualche bottiglietta di champagne.
Insomma, sesto tentativo andato a vuoto. Il Bruges è riuscito ad eguagliarsi, non a superarsi. Aveva raggiunto la semifinale anche nel 2017, piegando la Juventus sotto gli occhi di Allegri. Poi l'Empoli di uno scatenato Traorè e festa finita. Lì fu colpa di un avversario decisamente più forte. In questo caso, invece, a colpire è stata la maledizione dei rigori. E l'assenza di Mathias De Wolf, il giocatore simbolo.
Numero dieci sulle spalle, perché i piedi sono quelli buoni del trequartista. Spietato nell'uno contro uno, abile sulle punizioni e sui tiri dalla distanza. Innamorato del pallone, che vuole sempre con sè. Classe 2002, 17 anni compiuti solo pochi giorni fa. Con l'Inter ha segnato il suo terzo gol nel torneo, il tutto condito da una manciata di assist. Poi, però, ha dovuto salutare i compagni. Impossibile dire di no alla chiamata della Nazionale, con il Belgio Under 17 impegnato a giocarsi le qualificazioni al prossimo Europeo di categoria contro Bosnia. Norvegia e Ungheria. Tutti sull'aereo dunque, un volo partito in tarda notte, solo quattro ore di sonno sul groppone. Ma per la Nazionale si fa questo e altro. Niente semifinale. Avrebbe saltato anche la finale, ma quella alla fine la giocherà il Bologna. Chissà, magari dal dischetto la sua classe avrebbe fatto comodo.
Forse anche a lui avrebbe fatto piacere restare un po' di più. Era la prima volta al Torneo di Viareggio, quanto basta per innamorarsi del tempo e dei salumi. I più buoni che abbia mai mangiato in vita sua. La Toscana, in fin dei conti, non tradisce mai. Dopo gli impegni con il Belgio, tornerà a Bruges, laddove vive da tre anni. Ha un contratto fino al 2020, che gli permetterà di crescere in uno dei migliori vivai del paese e non solo. Il Bruges, inoltre, il prossimo anno si trasferirà in un nuovo centro sportivo. Lì si allenerà la prima squadra, l'Under 21 e l'Under 18. Mathias ha giocato anche con l'Under 19 e lo ha fatto in Youth League. Una doppietta segnata nel girone. A chi? All'Atletico Madrid.
Uno in meno di Ronaldo, anche se i suoi idoli sono Messi e Iniesta. Colpa di papà, che tifa da sempre Barcellona. A casa ha anche una sorellina che lo aspetta. Si chiama Luz e… gioca a calcio! Nella squadra dove Mathias ha cominciato, ovvero lo StormVogels Haasrode. Di lì ne ha fatta di strada. Da quando correva con il pallone fra i piedi nei corridoi di casa e costringeva i genitori a segnarlo alla scuola calcio. Aveva cinque anni, fra un anno scarso sarà maggiorenne. Nel frattempo è rimasto sempre lo stesso, con l'amore per il reggaeton e per il Sudamerica. Metà della sua famiglia vive a Cuba e lo guarda anche a chilometri e chilometri di distanza. Coltivando il suo sogno. Magari al Viareggio ci tornerà, perché il percorso delle giovanili resta ancora lungo. E se lo dovesse giocare tutto fino in fondo chissà, magari sul trono ci salirà un'altra squadra belga.