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Materazzi: “Cosa abbiamo fatto alla vigilia 13 anni fa? Abbiamo mangiato jamòn”

Le parole di Marco Materazzi alla vigilia della finale di Champions fra Inter e Manchester City

Marco Materazzi, leggenda dell’Inter e vincitore del Triplete nel 2010, ha parlato ai microfoni di Sky Sport alla vigilia della finale di Champions League tra i nerazzurri e il Manchester City. Materazzi è a Istanbul, come altre “vecchie glorie” interiste, e seguirà la partita dall’Ataturk Olympic Stadium. Leggi anche – La probabile formazione di Guardiola

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Cosa abbiamo fatto alla vigilia 13 anni fa? Abbiamo dormito“, ricorda Materazzi. Non solo: “Abbiamo anche mangiato jamòn (il prosciutto iberico, ndr) perché l’avevano regalato a me e Stankovic. I primi giorni avevamo fatto i professionisti, poi l’abbiamo mangiato: ci siamo detti ‘vada come vada‘”.

Sugli altri ex compagni presenti in Turchia: “Ho preteso che fossero qui, siamo tutti molto legati al club e abbiamo voglia che i ragazzi nuovi ci diano una soddisfazione“. 

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Inter, le parole di Materazzi alla vigilia della finale di Champions

Materazzi non si sbilancia con un pronostico: “Non vince la storia, altrimenti vincerebbe l’Inter, ma non vincono neanche i soldi, altrimenti vincerebbe sicuramente il City. La cosa che più mi preoccupa è che Pep li ha tenuti ‘bassi’ perché sa che noi italiani siamo difficili da affrontare. Avrei preferito diversamente. Loro sono una squadra stratosferica“. Leggi anche – Le parole di Inzaghi in conferenza stampa

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Photo credits: Andrea Rosito

Considerazioni infine relative alle scelte di Inzaghi: “L’attacco? Un bel rebus… Una squadra che nelle ultime quattro partite è sempre stata quella ora si trova un Lukaku in condizione stratosferica. Io mi auguro che la scelta sia ponderata e sia fatta in base a quello che si vede in allenamento. Certo se io fossi un giocatore che ha giocato tutti i turni e mi trovassi in panchina in finale… a livello di equilibrio sarebbe complicato. Leader? Potrei scegliere Barella, Calhanoglu, Onana, Lukaku stesso… mi sembra un po’ quello che ero io, è sempre lì a incitare i compagni, quando ti senti che vorresti che non finisse mai è una cosa positiva“. Leggi anche – Le probabili scelte di Simone Inzaghi