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Domenichini, l’altro Spalletti: trent’anni in panchina tra silenzi e fiducia

La Spezia e Empoli valgono tutto, ora il vice è pronto anche alla Nazionale

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Se tutto fosse già scritto, però, la storia di Domenichini sarebbe andata in maniera diversa. Sì, perché in realtà la sua esperienza con i toscani in realtà si è già interrotta quando Spalletti punta su di lui: l’Empoli non lo riconferma nel settore giovanile, ma Luciano vede in lui quello che la società non aveva visto. È il 1997 quando il sodalizio vincente nasce e ad oggi non si è mai interrotto. Domenichini ritrova in Spalletti le sue idee: fare il vice, in fondo, non è un passo indietro. Anzi. È l’occasione giusta per farne due in avanti insieme con il toscano. Che nel frattempo si innamora dei suoi consigli, del suo modo di gestire il gruppo, dei suoi silenzi che fanno rumori. La grande qualità di chi lavora alle spalle è saper scegliere i momenti giusti, quelli che Domenichini ha imparato a sfruttare negli ultimi trent’anni.

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Empoli, Sampdoria, Venezia, Udinese, ma anche Roma, Zenit, Inter e pure Napoli. Il fiero vice ha accompagnato Spalletti in giro ovunque in Italia e in Europa. Prendendosi insieme a lui lo scudetto: Napoli ha saputa viverla sotto traccia, come sempre. Spogliati i panni del vice, non era difficile trovarlo tra le vie del centro, fuori da un ristorante sul lungomare o tra i tifosi. L’aura della super stra non ha mai saputo indossarla, ma in campo ha sempre dato quello che mancava agli altri membri dello staff. Uno staff d’oro che ora Spalletti porterà – almeno in parte – con sé anche sulla panchina della nazionale italiana: lo scudetto è lo stesso conquistato a Napoli pochi mesi fa, i colori anche, con la premiata coppia Luciano-Marco che è ormai più di una certezza. Un viaggio lunghissimo che poteva portare solo lì, a pochi passi da Empoli dove tutto è cominciato.