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La nuova vita di Mannini, dal campo all’azienda in Inghilterra. “Lavoro molto e ho trovato la felicità” 

L’ex centrocampista lavora nell’azienda del suocero e per divertirsi gioca nella squadra locale, il Beverley Town. Convinto dal presidente con una trattativa sui generis…

“Un obiettivo non si realizza per magia ma ci vogliono sudore, determinazione e duro lavoro”. Parole di Colin Powell, ex generale e segretario di stato degli Stati Uniti. Magari Daniele Mannini, ex centrocampista di Napoli e Samp tra le altre, non le ha mai sentite pronunciare da lui, ma è sicuramente d’accordo. Sono sempre andato a mille all’ora, senza fermarmi mai. Quando ti spacchi la schiena per qualcosa i risultati arrivano. Nel calcio come nella vita di tutti i giorni”. Idee chiare. Daniele è così, deciso e dritto al punto. Lo è sempre stato, anche oggi che la sua storia con il calcio non c’entra più nulla. Ma ci torneremo. 

 

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Sono pieno di lavoro, appena mi libero ti richiamo”. La chiacchierata con Mannini parte così, la telefonata arriva dall’East Reading of Yorkshire. Beverley per la precisione, dove Daniele ha trovato la sua isola felice per ripartire dopo il calcio. Nuova vita. Faccio il manager nell’azienda di mio suocero. Ho sviluppato due brand, inventando due marchi. Siamo pieni di clienti e le cose stanno andando al meglio”. L’azienda si occupa di prodotti che possono aiutare gli chef nella realizzazione dei piatti, come la gelatina di manzo o altre salse particolari. Io sono partito da zero, anzi forse anche da qualcosa in meno, avendo fatto il calciatore per vent’anni. Mi sono rimboccato le maniche e ho imparato tanto. Anche perché non c’erano altre soluzioni, se non ti dai da fare vai a casa. La mia è stata una scelta ragionata, sono venuto qui con mia moglie anche per far crescere qui le nostre figlie e fargli imparare l’inglese”. L’entusiasmo è rimasto lo stesso, impaziente di imporsi nel suo nuovo mondo. 

 

Daniele quindi dopo tanti anni di carriera ha detto basta con il calcio. “Ho chiuso una parentesi in grande serenità e devo dirti che non mi manca”. Anche se, in realtà, continua a divertirsi nella squadra locale, il Beverley Town. Il presidente lo ha convinto in modo particolare, con una trattativa a dir poco sui generis…Ci siamo incontrati al parco, io ero fuori con il cane. Pensava io fossi un dog sitter. Invece gli ho raccontato che avevo fatto il giocatore professionista ma che avevo smesso del tutto con il pallone. Mi ha chiesto di andare ad allenarmi,con loro, io ho accettato con entusiasmo”. Durante la chiacchierata però, Mannini lo ripete più volte. “Vado lì per divertirmi e fare gruppo, non ho ripreso a giocare a calcio seriamente. La sera andiamo a fare delle grandi cene e si beve birra tutti insieme. Per questo ho detto si, non per il calcio in se”. 

 

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Mannini poi nel Beverley Town ha trovato anche uno sponsor per i suoi brand: “Il club sulle maglie ha il logo di una delle attività di cui sono manager. È un modo per farci un po’ di pubblicità e darci visibilità”. Calcio quindi si, ma solo di contorno. “Non mi sono rimesso in gioco, assolutamente. Io ora nella vita faccio altro e sono contento così”. Il sorriso mentre lo racconta lo certifica. Non si guarda indietro e non ha rimpianti, d’altronde anche da calciatore è sempre stato così. “Le caratteristiche del Mannini calciatore sono simili a quelle di ora. Lavoro, applicazione e voglia di migliorare”. Mentalità vincente, questo il modo in cui Daniele ce l’ha fatta. Nel calcio prima, nel suo nuovo lavoro poi. 

Questo è il suo presente, tra azienda, business e clienti. Se però si va indietro con il rullino dei ricordi, il pallone occupa una parte importante. Tante fotografie, tanti momenti unici. “Tra Sampdoria e Napoli conservo moltissimi ricordi. Dalla Champions con Del Neri ai campioni con cui ho avuto il piacere di giocare”. Numeri, lampi di classe e ogni allenamento era una sorpresa. “Alcuni erano di altro pianeta, che proprio lì vedevi e pensavi ‘Ma che ci faccio io con loro?’. Cassano, Pazzini o Lavezzi, solo per citarne alcuni. Ma anche Zalayeta a Napoli era incredibile, dovunque gliela lanciassi la stoppava in ogni modo. Ma quello che mi ha impressionato più di tutti è Hamsik. Ci ho giocato a Brescia e poi a Napoli. Ma quando sono tornato, dopo i due anni alla Samp, ho trovato un altro giocatore. Pronto, leader e di un talento incredibile”. 

 

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 Ricordi sparsi da parte di chi li ha vissuti in prima persona, ma che ora guarda il mondo del pallone da un’altra prospettiva. “Sono felice e non credo ci sia niente di meglio”. Mannini si congeda così e torna a pensare al suo lavoro. “Sono io il manager, ho delle responsabilità e sono contento di potermele prendere” In fondo non è cambiato molto. Dal campo all’azienda, dai compagni ai clienti. Ma la testa è rimasta la stessa. Duro lavoro è la parola d’ordine.