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Maccarone: “Carrarese, voglio fare la storia. Baldini? Non so cosa ci faccia in C”

A 39 anni Massimo Maccarone si concede un’altra sfida con la Carrarese: “Vogliamo la Serie B. Baldini, Sarri e Giampaolo i migliori allenatori che abbia mai avuto. Capello mi ha fatto crescere”

39 anni e non sentirli. La voglia di Massimo Maccarone nella nuova esperienza alla Carrarese è quella di tanti anni fa, di quando ha iniziato. L’età non conta, sono gli stimoli a farlo, e la voglia di regalare la Serie B a una città a cui manca da 70 anni è davvero tanta. “Sono venuto qui per provare a fare la storia” dice Big Mac, che si concede in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. “Mi mancava l’Italia, nonostante l’esperienza in Australia (al Brisbane Roar, ndr) stupenda e calcisticamente in via di sviluppo. Ma volevo tornare“.

D’altra parte, alla Carrarese Maccarone ha ritrovato due figure con cui ha fatto la storia dell’Empoli: Tavano in campo, Baldini in panchina. “Con Ciccio abbiamo un segreto: ci divertiamo ancora tanto e non ci sono gelosie, ma solo voglia di segnare e di essere a disposizione l’uno per l’altro. Baldini è come un padre per me, in 16 anni non è cambiato: ha la stessa voglia di sempre e non so cosa ci faccia in C” dice. Anche perché per l’attaccante, “Baldini è insieme a Sarri e Giampaolo uno tra i migliori tecnici che abbia mai avuto in carriera. Il secondo è un peccato sia arrivato tardi ad altissimi livelli. E secondo me li merita anche Marco, ora“.

Altissimi livelli che Maccarone ha soltanto sfiorato, ma le grandi soddisfazioni non gli sono mancate: “Sono stato capocannoniere di Coppa Uefa con il Middlesbrough, e in Inghilterra ho vissuto anni fantastici. Milan? Capello mi ha portato in prima squadra facendomi allenare con gente come Kluivert, Boban, Maldini e Costacurta. Se non sono rimasto, è solo per colpa mia. Sognavo anche la Juve (Vialli era un mio idolo): nel 2010 Marotta mi voleva, ma per il Palermo di Zamparini ero incedibile“, continua. Con un piccolo rimpianto: “Avrei voluto giocare di più in Nazionale. Ai miei tempi, i campioni erano tantissimi; ora basta un mese fatto bene per vestire quella maglia“. Ma la testa è tutta rivolta al presente e al futuro, e a una nuova avventura che a 39 anni si vuole comunque concedere. E vincere.

L’intervista completa su La Gazzetta dello Sport