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“Lo stadio dei miracoli”. Cagliari, la Sardegna Arena pronta al debutto: le tappe dell’impresa

“Lo stadio dei miracoli”, la Sardegna Arena si prepara al grande esordio, vestita del suo abito migliore. File ai botteghini per accaparrarsi il biglietto per la “prima” del nuovo teatro del Cagliari, la piccola bomboniera da 16.233 sarà tutta esaurita e traboccante di passione per la gara con il Crotone. Un gioiellino che ha preso forma giorno dopo giorno e che adesso è pronto al debutto a tempo di record, appena 3 mesi. L’Impianto è stato realizzato nei parcheggi del vecchio stadio Sant’Elia, distante appena qualche centinaio di metri, che riposa in attesa di risorgere dalle sue ceneri. La Sardegna Arena è interamente in acciaio, dotata di una Main Stand al coperto e spalti a ridosso del terreno. Dieci gli sky box, per ottanta privilegiati che godranno di un trattamento speciale. Panchine all’inglese, all’interno della tribuna, visione spettacolare da ogni settore, la distanza tra il campo e gli spalti sarà di poco più di 7 metri. All’interno della Main Stand gli spogliatoi, le sale mediche e antidoping, una sala conferenze e una sala dedicata ai giornalisti. Prevista anche l’area Kids e tre sale Hospitality, per catering e ricevimenti e un percorso museale. Costo complessivo di circa 8 milioni di euro, più il materiale, in parte recuperato dall’Is Arenas di Quartu e dalle curve del Sant’Elia ridotto. Ma da dove parte l’impresa?

“E’ solo la prima tappa, adesso si iniziano i lavori. Circa 250 persone opereranno nel cantiere: saranno 4 mesi caldi, dove si lavorerà sabato, domenica e anche di notte. Proveremo a fare il miracolo di giocare per la prima di campionato in casa”. Detto, fatto… Era il 3 maggio scorso: non si può certo dire che il presidente Tommaso Giulini non sia stato di parola. Tutto pronto in anticipo, il via definitivo lo scorso 31 agosto, quando la Commissione Provinciale di Vigilanza ha dato il suo benestare. Ma quanto lavoro… La prima visita di GianlucaDiMarzio.com alla struttura risale allo scorso 23 giugno.Facciamo due turni, dalle 7 alle 13 a e dalle 14 alle 18″ – ci raccontarono gli operai della Blue Shark, la ditta sarda che ha compiuto l’impresa –Riposo una volta a settimana, se non è il sabato o la domenica è il lunedì. Il caldo si fa sentire, ma qui non manca nulla: dall’acqua, al caffè, al gelato. La scadenza per noi è il 30-31 luglio, ma i lavori proseguiranno fino al 27 agosto”. Duecentocinquanta eroi che adesso si godono il meritato riposo.

Estate torrida, temperature oltre i 40 gradi, ma la “macchina” è andata avanti senza sosta. “Stiamo rispettando i tempi, siamo a pieno ritmo e non abbiamo accumulato ritardi al momento, siamo molto fiduciosi” – aggiunse in esclusiva Stefano Signorelli, addetto alle questioni stadio e consigliere d’amministrazione del club rossoblù – “E‘ stato un grandissimo risultato, soprattutto dal punto di vista delle tempistiche, per uno stadio che, anche se provvisorio, è comunque uno stadio di serie A. Abbiamo fatto un grande lavoro preventivo, facendo i giri di tutti gli uffici prima di presentare il progetto ufficiale: massima collaborazione di tutti i dirigenti. Noi abbiamo fatto visionare e condiviso il progetto prima della presentazione e nel momento in cui l’abbiamo presentato è stato semplicemente affinato: in tutto ci abbiamo messo 50 giorni”.

Tappa successiva? Il 23 luglio, quando quel cantiere polveroso a ridosso del Sant’Elia iniziò a diventare stadio, pur ancora privo dei protagonisti principali: il prato verde, le reti e il pallone. L’orizzonte era già tinto di rossoblù, l‘impresa era a due terzi dell’opera, il 27 agosto la data cerchiata sul calendario, ma la Lega aveva acconsentito alla richiesta dei sardi di disputare le prime due gare in trasferta. Curva Sud e Main Stand già colorate, nella Sardegna Arena continuava invece a essere assente il manto erboso: mancavano ancora pochi giorni prima di sentirne il profumo.

Torniamo a oggi… Già dal ponte che immette alla rotonda che dal Viale Poetto porta all’ingresso dello stadio si impone all’orizzonte la Sardegna Arena, luminosa e colorata. All’interno e all’esterno la scritta “Cagliari Calcio 1920” domina un po’ ovunque, assieme al rosso e al blu. All’interno immancabile la scritta “una terra, un popolo, una squadra” e fortissimo l’odore del prato già dal cuore dell’impianto, il tunnel che porta in campo. Manca veramente poco, “ancora 48 ore”, ma il miracolo è stato già compiuto. Il gigante accanto, silenzioso, ricorda che un’altra impresa è appena agli inizi, perché entro il 2020 i rossoblù calcheranno il prato del nuovo stadio definitivo, quello che nascerà nell’attuale perimetro del Sant’Elia. Un altro gioiello da realizzare per il centenario, l’ennesimo sforzo del presidente Giulini (67 milioni di euro circa) per rendere orgogliosa la terra del glorioso “Casteddu“, la squadra di un popolo intero. Ma questa è un’altra storia…