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Liverpool-Roma, la famiglia Di Francesco vive la sfida a Pescara nel fan club dedicato all’allenatore giallorosso: “Vincerà 3-0 al ritorno. Vogliamo andare a Kiev”

La tensione, le speranze, l’orgoglio di chi vive da protagonista una finale di Champions League. Poi la delusione per un risultato pesantissimo. Per una sera l’Hotel Dragonara, di proprietà della famiglia Di Francesco si tinge – ancora di più – di giallorosso. Siamo a Pescara (dove Eusebio è nato) ma il cuore è a Liverpool dove l’allenatore si gioca la gara più importante della sua carriera.

Ci sono papà Arnaldo – che poco prima del fischio d’inizio impegna il tempo con qualche lavoretto – e mamma Silvana: “E’ stata un’emozione bellissima – racconta Arnaldo – anche se speravo in qualche gol in meno subito e in più fatto” Dice con il sorriso: “Come consolarlo? Eusebio sa bene quello che deve fare, per questo rimango tranquillo”. “Gli direi di guardare sempre avanti – irrompe così, invece, Silvana – ora è dura, ma spero in un grande ritorno. Voglio andare a Kiev. Eusebio è sempre stato uno molto ambizioso, perdere non gli è mai piaciuto” Confida. Chiosa anche sul nome: “Perchè Eusebio? In onore di Eusebio, il calciatore del Brasile che vinse la classifica capocannonieri nel Mondiale del ’66”. “Ma io lo volevo chiamare Luca” Svela la mamma. Morale della favola: “Si chiama Luca Eusebio”

Presenti anche i fratelli di Eusebio, Maurizio e Serena, mentre Walter è ad Anfield: “Gli facciamo i migliori auguri e sicuramente lo sosterremo fino alla fine – ripetono in coro – gli facciamo un grande in bocca al lupo, vincerà 3-0 all’Olimpico“. Qui lo scorso agosto è nato anche il Roma Club Eusebio Di Francesco che oggi conta circa 150 iscritti. “Eusebio è una persona umile e un grande allenatoreracconta Piergiorgio, membro del clubsiamo in semifinale di Champions, ci ha fatto sognare“. Una sconfitta dolorosa, dunque: “Ma siamo fiduciosi – spiega il Presidente del club – una coppa si vince anche con le imprese. Andremo allo stadio per crederci”. C’ è anche Oscar Di Matteo, compagno di Eusebio negli amatori del Pescara 2000: “Si divertiva con noi, era uno dei tanti – ricorda – è stato con noi tre anni e non abbiamo mai vinto nulla. Poi è andato via e l’anno dopo abbiamo portato a casa il campionato. Ogni tanto torna a vederci, si siede in panchina ma non per rubare il lavoro al nostro mister”. Già, l’allenatore del Pescara 2000: “Ma oggi avrei giocato con il 4-3-3 – ride – anche se Eusebio non sbaglia mai”

Tutti uniti per tifare, per guardare la gara che la Roma perde (e papà Arnaldo, dopo il primo tempo, aveva anche provato a cambiare posto per seguire la ripresa…). C’era anche Guglielmo Maio, che portò proprio Eusebio sulla panchina della Virtus Lanciano. E che lo esonerò, dopo cinque sconfitte consecutive: “Mi ha colpito come persona, per la sua schiettezza e sincerità – racconta – mandarlo via fu una decisione molto difficile. Mia sorella pianse prima di comunicarglielo. Lui non la prese bene e il suo staff ci disse che sarebbero arrivati in Serie A. Ora sono contento per loro” .Ora si aspetta il ritorno che si giocherà nella Capitale mercoledì prossimo. Servirebbe un’impresa ancora maggiore di quella centrata contro il Barcellona. Tutti con Eusebio, comunque. La distanza tra Pescara e Liverpool si annulla.

Un’occasione per mostrare anche le foto di famiglia a L’Originale, ospite dell’universo Di Francesco per una sera. Un album pieno di immagini, l’infanzia dell’allenatore giallorosso che al calcio ha dedicato tutto. Poi il Lecce, il Sassuolo e ora la Roma. Anfield e un’avventura in Champions comunque indimenticabile e da vivere fino all’ultimo secondo.