Lipsia, Hasenhüttl: “Ancelotti? Se avessi la sua bacheca camminerei a petto in fuori”
Promozione in Bundesliga e subito secondo posto in campionato. Questo è il miracolo sportivo riuscito al Lipsia di Ralph Hasenhüttl, qualificatosi domenica per la prima volta alla fase a gironi della Champions League con due turni d’anticipo. Dopo i buoni risultati ottenuti alla guida dell’Aalen, con cui nel 2012 conquistò la promozione in B e la salvezza l’anno successivo, Hasenhüttl compie un’altra impresa. Così come quando nella precedente stagione portò l’Ingolstadt in Bundesliga. Nonostante tutti questi traguardi raggiunti l’allenatore del Lipsia resta con i piedi per terra: “Il merito non può essere solo di uno, mai. C’è una frase di Schumacher a riguardo che ritengo molto significativa. Sui cartelloni che circondano il nostro campo d’allenamento c’è scritto: ‘i fiori dei vincitori vanno distribuiti in più vasi’. Fa capire che perfino in uno sport individuale come la F1 il successo è di squadra. Figuriamoci nel calcio – dichiara Hasenhüttl in un’intervista a Extratime”. I suoi risultati però dicono altro: lascia l’Aalen e il club retrocede. Lascia l’Ingolstadt e il club retrocede. A quando la retrocessione del Lipsia? “Provocazione simpatica… Ma questa società è destinata a crescere. Il progetto andrà avanti anche senza di me, e comunque spero di restare qui ancora a lungo. Per quel che riguarda le retrocessioni dell’Aalen e quella, eventuale, dell’Ingolstadt, è giusto sottolineare che dopo i trionfi ottenuti, se ne sono andati molti giocatori. Sostituirli è stato difficile”.
Stagione attuale sopra le righe, grazie anche ai fallimenti di Leverkusen, Schalke e Gladbach: “I club citati forse non sono soddisfatti della propria stagione. Se sono in difficoltà però il merito è anche nostro: col Leverkusen abbiamo fatto 6 punti, con lo Schalke e col Gladbach 4. Col Dortmund 3. Meritiamo la nostra classifica”. La più grande sorpresa della Bundesliga Lipsia o l’Hoffenheim? Hasenhüttl non ha dubbi: “Noi. L’Hoffenheim ha il vantaggio di essere in questa serie da da 9 stagioni di fila. Sono più avanti nel progetto di crescita, noi siamo una neopromossa”. A proposito di crescita: nonostante la Champions la società investirà solo su U23: “Certo. La Juve dimostra che l’esperienza internazionale può servire, ma ci sono vari modi per raggiungere il successo. Noi abbiamo scelto un’altra strada. Vogliamo lavorare con giovani, curiosi, desiderosi di crescere e di sperimentare le tecniche di allenamento innovative che questo club propone. Non vogliamo comprare il successo, vogliamo costruirlo”.
E se i giocatori più rappresentativi venissero tentati dai club più ricchi? “Non è un problema. Sappiamo che i vari Werner, Keita e Forsberg non resteranno qui per 10 anni. Ma sappiamo anche che troveremo altri del loro livello”. A proposito di Werner: nelle tre stagioni a Stoccarda aveva segnato 4, 3 e 6 gol. Quest’anno è arrivato a 19: “Non è un caso, ma il merito è suo. Si è allenato duro e si è impegnato per rinforzare i punti deboli. È ambizioso e si inserisce perfettamente nei meccanismi della squadra. Per questo è cresciuto tanto”.
Fino a dicembre il Lipsia è stato in testa alla classifica cullando sogni di titolo: “Quando abbiamo vinto 8 gare di fila, battendo rivali forti, per un attimo abbiamo perfino sperato di riuscire nell’impossibile. Quindi sì c’abbiamo pensato di vincere la Bundesliga. Sognare deve pur sempre essere permesso”. Poi sul collega Ancelotti: “Non c’è bisogno di parlarne. Se avessi la sua bacheca camminerei a petto in fuori. Penso sia più significativo vincere il campionato che la Champions. Sì, in Europa affronti avversari più forti, ma con una partita sfortunata si esce. In campionato vince la squadra che è più continua. Per questo il nostro 2° posto ha un grande valore”. Il vero obiettivo di Ancelotti probabilmente era la Champions: “All’inizio ho avuto questa sensazione. E forse lo dimostrano anche i numeri della sua carriera ventennale: le 3 Champions vinte sono più sensazionali dei 4 campionati conquistati. Poi però quando a dicembre ha giocato lo scontro diretto contro di noi ho avuto un’altra sensazione. Da allora hanno giocato sempre i migliori, ma così è arrivato alla sfida col Real con Lewa infortunato e con qualcuno che forse era un po’ stanco”. Infine, sull’obiettivo del Lipsia per la prossima stagione: “Puntare a vincere la Bundesliga sarebbe un obiettivo audace. Il Bayern gioca un torneo a parte, e sarà sempre così. L’anno in cui loro sbaglieranno talmente tanto da scendere al livello delle altre, noi e altri potremo provare a rendergli la vita dura”.