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Lippi: “Questa Juventus è da triplete: perché non dirlo? In finale di Champions meglio l’Atletico”

Ventuno anni d’attesa. L’ultima Champions è datata 1996: è la stagione giusta per la Juventus per rialzare al cielo la “Coppa dalle grandi orecchie”? E’ la convinzione di Marcello Lippi, che dei bianconeri versione 1995-1996 era l’allenatore e che trova diverse analogie con la sua Juve. Allegri è stato bravo a scalare l’ultimo gradino in Europa:

Questa Juve non lascia più niente agli altri” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport La supremazia italiana non è in discussione, finalmente ha raggiunto lo stesso valore anche in Europa. Merito dei successi con le grandi squadre in questi anni. Ha eliminato il Real Madrid, ha lottato alla pari con il Bayern uscendo per una casualità, è stata superiore a Manchester City, Borussia Dortmund, Atletico Madrid. Adesso è pronta per la Champions. Questa è una Juve da triplete: perché non dirlo? Mai come quest’anno è legittimo crederci. In campionato è quasi fatta, in Coppa Italia è in finale e anche la Champions League non è impossibile. Non sarebbe presunzione, ma convinzione della propria forza. Il calcio italiano c’è sempre, ma tre anni fa sembrava che Bayern, Real e le altre fossero lontane: adesso la Juve è davvero all’altezza.

In campionato i bianconeri affronteranno l’Atalanta, altra ex di Lippi: “Se la giocano alla pari. La Juve è affamata, ogni partita si concentra come fosse una finale. Allegri non dice per caso che Juve­Genoa è “decisiva per lo scudetto”. Ma l’Atalanta ha forza, aggressività, qualità e Gomez. Crede all’Europa League e si gioca il quarto postocon la Lazio: sarebbe la sua Champions League. Il segreto dell’Atalanta è la qualità delle persone che lavorano lì. Ai miei tempi c’era lo stesso presidente di oggi, Percassi. Prandelli allenava la Primavera, Mino Favini era il responsabile dei giovani. E poi Zingonia, dove si respirava atmosfera da calcio vero, positiva: ci allenavamo tutti lì, prima squadra, giovani, anche i bambini”.

Parole al miele per Gasperini: “Allenatore eccezionale. E pensare che a inizio stagione ha rischiato, era sull’orlo dell’esonero. Ha avuto il coraggio di cambiare, di affidarsi ai giovani, è stato geniale. Ha creato la mentalità giusta, organizzazione e unità d’intenti. Così, anche senza Gagliardini, non è cambiato niente, anzi: ha inserito nella stessa partita due giovanissimi, Bastoni e Melegoni, che hanno giocato come fossero stati sempre titolari. Secondo me lo ascolterebbero anche i grandi campioni. Mi ricordo quando era alla Juve, allenava i ragazzi, veniva con noi ai ritiri estivi: valido, saggio, con tante idee. È cresciuto”.

Qualche giudizio sui singoli: “Caldara è da Juve, e non è l’unico. Tanti sono pronti per una big. Spinazzola ha grandi qualità, forza, esuberanza: credo che tornerà alla Juve. Petagna segna poco, ma quanti ne ha fatti segnare, e che bei movimenti. Poi c’è Gomez: fuoriclasse. E Conti, che come Spinazzola fa mille volte la fascia ed è sempre al posto giusto per il gol. Kessie? Accompagna tutte le azioni, fa accelerazioni palla al piede, si inserisce: senza di lui manca sempre qualcosa”. Lippi parla nuovamente di Allegri: “Max è diventato un allenatore veramente importante. Mi somiglia, ci sono tante analogie, cominciando dalla toscanità, l’età di arrivo alla Juve, la finale di Champions subito o quasi. E la voglia di studiare, migliorarsi, cambiare: non è mai la stessa Juve durante la stagione o nel corso della partita. E dicevano che era un gestore”.

Meriti anche alla BBC e al “numero uno dei numeri uno” : “Buffon e i difensori bianconeri non finiscono mai lui, Bonucci, Barzagli, Chiellini, Lichtsteiner, i nuovi. Nessuno nel mondo difende come la Juve, nessuno ha la stessa organizzazione. Nessuno fa il fenomeno da vent’anni come Buffon. Ma tutti al servizio dei compagni. La Juventus può temere il Monaco soltanto cadendo nell’errore di giudicarlo un avversario più facile: allora sì che potrebbe esserci un problema. Ma queste cose alla Juve non succedono: non sottovaluta nessuno. Certo, ci sono la velocità degli attacchi francesi, il recupero di Falcao, le qualità di Mbappé, ma, mi pare, anche qualche problemino in difesa”.

In chiusura d’intervista Lippi indica l’avversaria più adatta per la finale di Champions: “Prenderei l’Atletico. In partita secca il Real avrebbe più soluzioni”.