Lippi e la rinuncia al ruolo di dt in Nazionale: “Non capisco se è una situazione creata ad arte, ma io mi faccio da parte”
Il futuro di Marcello Lippi non sarà nella Figc. La soluzione per risolvere il conflitto d’interessi si era trovata, ma si trattava dell’aggiramento di una norma, situazione che l’ex ct campione del mondo nel 2006 ha voluto evitare. Prima di tutto il bene del figlio Davide, la cui professione (agente Fifa) sarebbe in conflitto con l’incarico attribuito a Lippi senior:
“Lascio. L’ho detto stamattina al telefono al presidente” – dichiara Lippi a La Gazzetta dello Sport – “Sono dispiaciutissimo, ma lascio perché ho capito cosa succederà. E non mi piace. Mi pare di capire che si vada verso un aggiramento della norma, un’interpretazione diversa che mi consenta di lavorare per la Figc. Magari non da d.t., ma da supervisore. Ma io so cosa succederebbe: la situazione sarebbe strumentalizzata, e non lo accetterei. Io voglio salvaguardare la serietà di mio figlio che fa questo lavoro da più di dieci anni, e lo faceva già quando ho vinto il Mondiale. Allora andava bene, ora non più. Ha lottato per farsi il suo futuro e io l’ho sempre tenuto lontano dal mio lavoro, almeno in Italia”.
A Lippi non è ancora del tutto chiara la situazione: “Sono stato in Cina per anni, sono tornato, da due mesi parlo con Tavecchio che mi vuole, e io voglio lavorare con totale entusiasmo per la federazione, per dare tutto quello che ho. Invece non posso. Non capisco se è una situazione creata ad arte, se qualcuno ha fatto in modo che succedesse, ma io mi faccio da parte. Mi pare che in giro ce ne fossero di peggiori, ma nessuno ha detto niente. Adesso che ci sono io… Non danneggio mio figlio, ma non mi va che poi qualcuno dica o faccia illazioni. Non ho niente contro nessuno, ma mi faccio da parte”.